FRANCESCA NAVARI
Cronaca

Pause caffè di undici ore in un mese: il ritrovo era nella sala dell’archivio

Seravezza: dipendenti comunali incastrati dalle telecamere e denunciati

I carabinieri hanno arrestato il presunto assassino

I carabinieri hanno arrestato il presunto assassino

Seravezza, 30 marzo 2017 - UN CAFFÈ ‘lungo’... fino a 11 ore di pausa in un mese. Le telecamere che i carabinieri hanno installato in Comune dal 12 gennaio al 10 febbraio parlano chiaro, e sono state quelle immagini a far chiudere le indagini con la denuncia di 7 dipendenti (di cui due funzionari) per truffa aggravata ed interruzione di pubblico servizio.

Il provvedimento è stato emesso dal procuratore Pietro Suchan, a seguito di indagini condotte dai carabinieri di Seravezza in collaborazione con i colleghi del nucleo investigativo del reparto operativo di Lucca. In particolare le indagini sono state avviate su delega del sostituto procuratore della Repubblica Piero Capizzoto, a seguito di una serie di esposti che riportavano presunti comportamenti illeciti tenuti da funzionari ed impiegati all’interno degli uffici Comunali.

In sostanza non c’è stata solo la lettera del ‘corvo’ del maggio scorso, bensì più segnalazioni anonime giunte ai militari che, dopo aver tenuto sotto osservazione la situazione, il 12 gennaio hanno attivato un sistema di videoripresa all’interno di un locale adibito ad archivio, che era diventato una sorta di corner per party quotidiani con biscotti e torte, in pieno orario di lavoro.

Le disinvolte reunion in genere avevano inizio alle 10, e più raramente alle 14,30: cinque addetti di due uffici comunali e i due relativi funzionari erano soliti chiudersi all’interno della sala archivio, senza provvedere alla timbratura del badge, «per chiacchierare e, in talune circostanze, sorseggiare bevande e consumare dolciumi e simili, senza comunque espletare attività lavorativa».

«Il comportamento tenuto – spiegano gli investigatori – ha quindi procurato un ingiusto profitto agli indagati con pari danno per l’ente comunale, cagionando l’interruzione o, comunque, turbato la regolarità del servizio loro affidato». In particolare è stato appurato che dal 12 gennaio al 10 febbraio ogni indagato si era intrattenuto in questi insoliti coffee break per un totale minimo di 2 ore e 14 minuti sino ad un massimo di 11 ore e 16 minuti, senza mai timbrare il cartellino. Anzi: alcuni avrebbero pure ottenuto in taluni casi il pagamento delle prestazioni rese per lavoro straordinario.

Per questo i dipendenti sono stati denunciati per truffa aggravata in danno dello Stato o di altro ente pubblico e interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, anche in violazione del Disciplinare in materia di presenza in servizio, approvato con deliberazione della giunta comunale di Seravezza il 14 dicembre 2011.

Più pesante la posizione dei due funzionari che, partecipando agli incontri, «hanno concorso nel reato commesso dal personale addetto al proprio settore per non aver segnalato la mancanza di richiesta di autorizzazione alla assenza dal servizio, nonché omettendo di far rispettare l’orario di servizio ai rispettivi dipendenti pur avendone l’obbligo giuridico».

«Il disciplinare in materia di presenza in servizio – ricorda il Maggiore dei Carabinieri Massimo Amato – prevede la possibilità della cosiddetta ‘pausa breve’, di durata non superiore ai 20 minuti, caratterizzata comunque dalla timbratura in uscita ed entrata».