REDAZIONE VIAREGGIO

Adescato con la chat a 13 anni. Ma il pedofilo sfugge alla trappola

Ragazzino di Firenze adescato al mare, fallisce operazione "coperta" tra gli ombrelloni. Massima allerta

 Agenti in borghese hanno perlustrato il luogo dell’incontro, pronti ad entrare in azione. Ma nessuno ha avvicinato il ragazzino

Agenti in borghese hanno perlustrato il luogo dell’incontro, pronti ad entrare in azione. Ma nessuno ha avvicinato il ragazzino

Viareggio (Lucca), 23 luglio 2017 - Atmosfera tesa in uno stabilimento balneare di Viareggio. Tutto era pronto per tendere una trappola a un adulto che aveva adescato un ragazzino di 13 anni sul web. Poi è successo qualcosa: facce insolite al bagno (erano i poliziotti “travestiti” da bagnanti) o forse quell’intenzione incessantemente palesata all’amichetto appena conosciuto nella chat di un’applicazione sul tablet, non si è poi concretizzata, nella testa del presunto pedofilo.

Resta quindi l’amaro in bocca per un’operazione in grande stile ordita dalla polizia postale con l’ausilio della questura di Lucca, sotto la regia della procura di Firenze, conclusasi con un deludente nulla di fatto; resta un potenziale pericolo per gli adolescenti libero di aggirarsi tra le app più in voga e resta dunque alto anche l’allarme, visto il crescente uso di internet tra i giovanissimi complice il dilagare della tecnologia.

Un consiglio ai genitori: monitorate l’attività dei ragazzi in rete. E’ in questo modo, infatti, che una famiglia fiorentina, in vacanza sul litorale della città del Carnevale, ha scoperto che il figlio, tredici anni appunto, mentre si divertiva con un gioco virtuale, scaricato sul tablet, era entrato in contatto con un adulto.

Adulto che si era intromesso pesantemente nel suo privato, spingendosi a chiedergli delle foto – che sempre tramite la chat annessa al gioco possono essere agevolmente scambiate – e perfino a fissare un incontro presso lo stabilimento balneare viareggino dove il ragazzino sta trascorrendo l’estate con la famiglia. Dopo aver letto quella conversazione choc, i genitori del 13enne sono corsi a casa e si sono diretti in via della Casella e denunciare il fatto.

I poliziotti della Postale si sono così sostituiti al ragazzino e hanno proseguito la conversazione in rete fino all’appuntamento, fissato per il venerdì dell’altra settimana. Con tutta la delicatezza del caso, il tredicenne era pronto a far da esca tra sdraio e ombrelloni, mentre intorno gli agenti in borghese erano pronti a entrare in azione. Non c’è stato bisogno, perché il ragazzino non è stato avvicinato da nessuno e la chat dell’applicazione si è come ammutolita. Da un lato, meglio così. Ma per la tranquillità di tutti e per l’impegno di forze messe in campo, sarebbe stato meglio se l’operazione si fosse conclusa in un altro modo.

Per scrupolo, sono stati controllati alcuni avventori del bagno, risultati assolutamente estranei al tentativo di adescamento.Ma nessuno abbassa la guardia, a cominciare dalla procura fiorentina.