Massarosa, 31 maggio 2017 - UN PICCOLO comitato di benvenuto, organizzato dalla chiesa di Massarosa che ha pensato anche ad allestire un semplice rinfresco. Così Massarosa lunedì sera ha accolto dodici giovani richiedenti asilo, tutto originari della Nigeria e con loro anche un ragazzo pakistano. Vivranno nei locali parrocchiali di via Cenami, stanze inutilizzate che ristrutturate ad uso abitativo sono state concesse in affitto alla cooperativa Odissea per il progetto d’accoglienza.
La stessa cooperativa che sostiene il piano di integrazione per i profughi alloggiati nel complesso della Ficaia. Sono arrivati con le valigie da altri centri di accoglienza sparsi nella provincia, liberando spazi per i profughi che affollano il campo della Croce Rossa a Lucca, e hanno alle spalle un felice percorso di inclusione. «Si tratta proprio di un progetto di seconda accoglienza – spiega l’assessore al sociale Simona Barsotti –; nato con l’idea di dare un significato concreto al termine ‘integrazione’».
Il tempo di ambientarsi e potranno dunque cominciare a collaborare con le tante associazioni del territorio che hanno aperto le loro porte. Tra queste la Misericordia di Stiava, i Fratres di Quiesa, la Lipu di Massaciuccoli e le associazioni sportive di Quiesa e Massarosa. «Grazie alla loro disponibilità potranno i ragazzi partecipare alla vita della città e delle sue frazioni – prosegue l’assessore Barsotti –; sono pronti a mettersi a disposizione per migliorare la vita del nostro centro. Per questo mi auguro che i massarosesi possano accoglierli senza pregiudizi».
Come dicevamo, giuridicamente il gestore del progetto è la cooperativa Odissea; «Ma a questo punto, tutta la comunità ecclesiale, le persone di buona volontà e le istituzioni del territorio sono impegnate ad attivare esperienze di accoglienza nelle famiglie, di integrazione nel territorio; perché è evidente – ha scritto Don Jacopo in una lettera ai parrocchiani – non basta dare un alloggio a queste persone». La volontà comune è quella di non fare di Massarosa un parcheggio per migranti; dove trascorrere il tempo aspettando il riconoscimento dello status di rifugiati: «Vorremmo renderli cittadini attivi» conclude Barsotti.
«I volti dei migranti – prosegue infine la lettera del parroco – siano essi costretti a mettersi in viaggio per la fame e la sete, la guerra e i disastri ambientali, perseguitati politici o religiosi e vittime di violenza, di sfruttamento e di tratta, chiedono una comunità attenta ad “accogliere”, “tutelare”, “promuovere”, “integrare”. Sono i quattro verbi che Papa Francesco ha usato parlando a un seminario internazionale su “Migrazioni e pace” e che, ci auguriamo, possano segnare l’impegno dei cristiani della comunità pastorale e dei cittadini e delle istituzioni di Massarosa».