REDAZIONE VIAREGGIO

Il triste primato della nostra costa: «Acque marine piene di plastica»

Enzo Favoino, coordinatore Zero Waste, lancia l’allarme ambientale

Enzo Favoino al termine della eco-nuotata

Enzo Favoino al termine della eco-nuotata

Viareggio, 11 aprile 2017 - TRE chilometri di costa, tre chilometri di rifiuti e di plastica abbandonata sulla spiaggia e sulla riva, tre chilometri di inquinamento invisibile agli occhi. Un grosso problema per la Versilia che, secondo lo studio «The Mediterranean Plastic Soup: synthetic polymers in Mediterranean», pubblicato dal Cnr di Lerici in collaborazione con le Università di Ancona e Salento e Algalita Foundation (California), risulterebbe l’area del Mediterraneo con le acque più inquinate di plastica. «E’ un grave problema – spiega Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe – dovuto a cattive pratiche e alla conformazione della costa versiliese e all’incrocio delle correnti». Sull’inquinamento da plastica del nostro mare, Favoino porta avanti una campagna di sensibilizzazione che ieri ha toccato anche la costa viareggina. La sua Eco-nuotata di tre chilometri, da Lido di Camaiore fino alla spiaggia davanti a piazza Mazzini, non è passata inosservata fra i primi frequentatori del mare e i turisti.

SENZA muta, in acqua per un’ora alla temperatura di 14-16 °, Favoino ha raggiunto a bracciate Viareggio partendo da Lido di Camaiore, seguito a riva dagli attivisti di Rete Ambientale della Versilia. «I dati delle plastiche in mare sono allarmanti. Bottiglie, buste, flaconi, cosmetici con microsfere, rifiuti di plastica di piccole e di grandi dimensioni, finiscono a mare dagli scarichi o trasportati dai fiumi – spiega lo studioso – . Quello che noi vediamo a galla è una minima parte di ciò che invece si deposita sul fondo e che certamente crea problemi ambientali. Buona parte viene ingerita dai pesci e ritorna nella nostra catena alimentare».

BASTEREBBERO attenzione, sensibilità e consapevolezza per evitare che «nel 2050 si arrivi agli scenari apocalittici previsti dagli studiosi di Algalita, la fondazione che ha scoperto l’Isola di plastica nel Pacifico», dice Favoino. «Evitiamo il più possibile il materiale usa e getta, come la plastica. E se questa si porta in spiaggia, o si lascia negli appositi contenitori, oppure non costa niente riportarla indietro e differenziare. Un punto di partenza? Le buste. L’Italia per fortuna è il primo paese al mondo ad averne vietato l’impiego, sostituendole con quelle biodegradabili». E, a proposito di differenziata, Favoino conclude: «La mia econuotata senza muta in acque gelide vuole sensibilizzare anche sull’utilità della differenziata. Il riciclo dei materiali è la prima arma di lotta alla produzione dei gas serra e, quindi, al surriscaldamento della terra».

Eleonora Mancini