Viareggio, 16 ottobre 2014 - L’«ORCO» che avrebbe abusato ripetutamente di un ragazzino di 11 anni è un sacerdote. E’ questa la scioccante verità sulla quale da tempo la Procura di Lucca ha aperto un fascicolo. Un fascicolo che di giorno in giorno si è arricchito di testimonianze, di documenti medico-legali, di perizie concordati: il bambino è stato violentato. Una vicenda scabrosa, non l’unica, che da qualche tempo sta creando da una parte imbarazzo e dall’altra sgomento nel campo investigativo. Il religioso da tempo non è più in Versilia (resta da capire quanto è stato deciso il trasferimento: primo o dopo che erano emerse le accuse? La Curia era a conoscenza dell’inchiesta? Sono interrogativi che meritano una risposta in ossequio anche al nuovo corso di papa Francesco) ma sul conto del sacerdote, descritto come «molto affabile» le accuse rimangono intatte. Anzi dopo l’incidente probatorio sono aumentate anche se il sacerdote respinge tutte le accuse. «Non ho mai toccato quel ragazzo» ha ribadito agli inquirenti della Procura di Lucca. L’accusa è di violenza sessuale su un minorenne. Un caso di pedofilia, insomma.
«UNA VICENDA terrificante» si è lasciato sfuggire uno degli investigatori che ha ricostruito le varie fasi della vicenda iniziata in un paese dell’entroterra dopo una famiglia in difficoltà è stata ospitata in una struttura — frequentata da religiosi — in un Comune vicino. Prprio in questo contesto, a contatto con la famiglia, è comparso spesso il sacerdote. Nessuno pensava che il religioso (questa la tesi dell’accusa, che ha preso spunto anche dalle testimonianze degli assistenti sociali) potesse trasformarsi in un pedofilo. Sta di fatto che in più di una circostanza, sia le catechiste che le assistenti sociali, hanno notato una serie di disegni fatti dal bambino che nascondevano l’angosciosa verità. In pratica il piccolo si immaginava come una piccola principessa innamorata del suo «Principe Azzurro», il sacerdote con tratti sommativi particolari e per l’accusa anche «inequivocabili». Un passo alla volta, dunque, la Procura dopo avere raccolto la denuncia ha cominciato a ricostruire il puzzle dell’inchiesta, ascoltando anche il piccolo con il supporto di uno psicologo e di un neuropsichiatra infantile. E anche in questi colloqui e in occasione dell’incidente probatorio, la Procura ha maturato la convinzione che da parte del sacerdote siano state commesse violenze sessuali nei confronti del ragazzino, nel pieno del passaggio della pubertà all’adolescenza, forse anche un po’ disorientato dai problemi emersi nella sua famiglia negli ultimi mesi, costretta a cambiare Comune di residenza. Nelle prossime ore la Procura — l’inchiesta è diretta dal sostituto procuratore Antonio Mariotti — potrebbe presentare la richiesta di rinvio a giudizio a carico del sacerdote per violenza sessuale su minore.