Palermo, 17 gennaio 2023 - "Ce l'abbiamo fatta Giovà... dopo 30 anni. 16/01/2023". Poche parole, scritte in stampatello, con una penna rossa. E ricche di significato. Sono state vergate in calce a un bigliettino comparso sulla tomba di Giovanni Falcone, nella chiesa di San Domenico, a Palermo. Non a caso, il giorno dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro. Un messaggio che si aggiunge alle tante dediche lasciate, costantemente e da anni, sulla lapide del magistrato. Il biglietto è anonimo, a postarlo sul proprio profilo Facebook la Fondazione Falcone. Che già ieri si era espressa sulla cattura dell'ultimo padrino: "Una giornata straordinaria - si leggeva sui social della Fondazione -. Il miglior modo per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel trentesimo anniversario delle stragi".
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![Il biglietto sulla tomba di Giovanni Falcone (Ansa)](https://www.lanazione.it/image-service/version/c:ZDYzMmY3MjgtMDBlNS00:NDkyNDRi/il-biglietto-sulla-tomba-di-giovanni-falcone-ansa.webp?f=3%3A2&q=1&w=1560)
Matteo Messina Denaro aveva 30 anni nel 1992, durante la stagione delle stragi di mafia. Era un boss emergente, ma partecipava già alle riunioni che contavano. I vertici della Cupola lo incaricarono di seguire Giovanni Falcone a Roma. Doveva studiare le mosse del giudice che, lasciata la procura di Palermo, era stato chiamato al ministero della Giustizia dall'allora Guardasigilli Claudio Martelli a ricoprire la carica di Direttore Generale degli Affari penali. Ma il destino dell'ex magistrato era segnato. Il 23 maggio 1992, a Capaci, Falcone saltò in aria mentre stava raggiungendo Palermo da Punta Raisi. Con lui persero la vita Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. E dopo 30 anni "Ce l'abbiamo fatta Giovà!!!". Sollievo, soddisfazione e tre punti esclamativi. Forse anche di rabbia.
Ma chi ha scritto quel biglietto? Piace immaginare che dietro quel plurale ci sia un collega della Procura, o magari un carabiniere. O forse non c'è nessuno dei due: forse a lasciare quel messaggio al giudice è stato un cittadino, un palermitano come tanti che si è sentito parte, in questi anni, della lotta alla mafia.