
Le uscite didattiche hanno sugli scolari un impatto positivo a lungo termine
Le gite scolastiche sono rimaste al palo negli ultimi due anni segnati dalla pandemia, ma è importante che tornino quanto prima a fare parte della vita degli studenti. Loro le attendono come momenti di socialità e di stacco dalla routine (e di divertimento, perché no), ma uscite e viaggi di istruzione hanno soprattutto un fondamentale e riconosciuto valore didattico. Quantificarne i vantaggi concreti resta però più complicato, e proprio su questo punto si è concentrato uno studio condotto dalla Brigham Young University e dalla Johns Hopkins University, che ne ha valutato i benefici a medio e lungo termine. I ricercatori hanno seguito per anni la carriera scolastica degli alunni di quarta e quinta elementare di quindici scuole americane. Alcune classi, selezionate casualmente, hanno partecipato nell'arco di un anno scolastico a tre uscite didattiche: una per visitare un museo, una per vedere uno spettacolo teatrale e una per assistere a un concerto sinfonico. Rispetto agli studenti che invece sono rimasti sempre in aula, impiegati quindi come gruppo "di controllo", quelli che hanno fatto le uscite ottenevano poi voti più alti, riuscivano meglio agli esami finali, facevano meno assenze e avevano una condotta migliore. Non solo, mostravano anche un maggiore desiderio di fruire di forme d'arte in futuro e una maggiore apertura verso le persone con opinioni diverse. Questo impatto positivo non si è limitato all'anno scolastico in corso, ma si è protratto e rivelato sensibile anche in seguito, dopo il passaggio alle medie. "Ci aspettavamo che le gite non avrebbero danneggiato i risultati scolastici. Tuttavia, abbiamo cominciato a vedere miglioramenti e ci siamo resi conto che gli alunni che avevano partecipato alle uscite riuscivano meglio in classe", commenta l'autrice principale Heidi Holmes Erickson; "Una possibile spiegazione è che le gite espandono la concezione del mondo degli scolari e li espongono a nuove idee. Allo stesso modo, gli studenti potrebbero sentirsi più coinvolti nella vita scolastica grazie alle uscite didattiche: provano più entusiasmo e vogliono impegnarsi di più". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Journal of Human Resources.