DESIO (Monza e Brianza), 30 dicembre 2022 - La direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio, Emanuela Maccarani, e la sua assistente Olga Tishina, sono indagate dalla Procura di Monza per maltrattamenti a due ex Farfalle, che hanno rivelato di aver subìto umiliazioni e vessazioni psicologiche durante gli allenamenti nella palestra in Brianza, anche con pesanti pressioni per mantenere il pesoforma. Maccarani, che ha un lungo e prestigioso curriculum da allenatrice, tale da renderla l’istruttrice più medagliata di sempre nella storia della ginnastica italiana, è stata travolta dal presunto scandalo delle ragazzine ancora minorenni umiliate a tal punto da pensare al suicidio. Caso ora arrivato anche sul tavolo del procuratore monzese Claudio Gittardi.
I magistrati hanno sentito entrambe le ex atlete, Nina Corradini e Anna Basta, che frequentavano il centro di riferimento per gli allenamenti della nazionale di ginnastica, composta dalle specialiste delle prove a squadre. Le due giovani hanno riferito in dettaglio il contesto in cui gli abusi si sarebbero verificati, la durata e i presunti responsabili dei comportamenti con particolare riferimento al sistema di regole rigide legate all’attività sportiva agonistica. Il fascicolo era stato aperto inizialmente contro ignoti, a seguito delle notizie di stampa diffuse dopo la denuncia pubblica delle due ex ginnaste della nazionale, su "imposizioni e divieti relativi a consumo di cibi e bevande", a ripetuti "controlli sul peso corporeo", nonché "alle umiliazioni subite in caso di comportamenti ritenuti non adeguati".
Alcune indiscrezioni sull’apertura di un’indagine erano trapelate prima delle feste di Natale, quando si è saputo che nei giorni immediatamente precedenti il Tribunale del riesame di Monza era stato chiamato a riunirsi per un ricorso, tenutosi a porte chiuse per volontà degli stessi magistrati, presentato da alcuni avvocati che chiedevano il dissequestro di telefoni cellulari. Sul ricorso i giudici si sono riservati la decisione. È poi emerso che gli accertamenti sui telefonini sono stati delegati dalla Procura ai carabinieri del nucleo investigativo dell’Arma di Monza.
Corposo il materiale da esaminare, tra cui un messaggio Whatsapp che Maccarani sostiene di avere inviato ai colleghi, quando la notizia delle prime denunce trapelò sulla stampa, per difendere la propria posizione. La direttrice tecnica non risulta sospesa dalla Federazione Italiana Ginnastica, che attende conferma ufficiale delle indagini e anche la scadenza naturale del contratto annuale delle due tecniche alla fine di dicembre.
Clamore aveva già destato la notizia che la sede degli allenamenti a Desio è stata commissariata su disposizione del presidente della Federazione Gherardo Tecchi (che si era detto "allibito"). Una decisione presa alla luce delle prime denunce, con racconti di soprusi e accanimento psicologico e fisico. Le atlete sono state ascoltate dalla Federazione e anche il ministro dello Sport Andrea Abodi ha voluto vederci chiaro. Oltre al commissariamento del centro, affidato al vicepresidente vicario Valter Peroni, è stato disposto un duty officer, che una volta a settimana deve verificare la condizione delle ginnaste. Sono stati anche stanziati 120mila euro per un progetto di salvaguardia delle atlete.
Oltre all’indagine interna disposta dalla Procura generale sportiva, si è parallelamente mossa la magistratura. Anche la Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per maltrattamenti, al momento a carico di ignoti, nata dall’esposto della madre di due sportive che ha denunciato prevaricazioni da parte degli allenatori in una palestra del Bresciano. Maccarani finora non ha voluto rilasciare alcun commento sull’apertura del fascicolo penale. "Non parlo, me l’ha consigliato il mio avvocato", si è limitata a dichiarare la dt. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione "Change The Game" di Milano, che affianca alcune delle ginnaste che hanno denunciato abusi nella ritmica. "Provvedimenti di sospensione cautelare da parte della giustizia sportiva - incalza l’associazione - sarebbero un segnale importante da parte della Federazione per tutte le atlete, le ex atlete, le mamme e i papà che coraggiosamente hanno deciso di denunciare". Secondo “Change the game” il problema sarebbe "un sistema ampio e capillare che, in ogni parte d’Italia, ha reso possibile la normalizzazione della violenza".