DAVID ALLEGRANTI
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Tra Sardine e 5 Stelle il Pd naviga a vista

Si rafforza il il feeling tra dem e Movimento. La linea lettiana sembra essere quella di Zingaretti: alleanza ovunque nelle grandi città, tranne Roma

Pecore elettriche

Firenze, 28 marzo 2021 - Enrico Letta, neo segretario del Pd, prosegue il suo tour nel bar di Star Wars. Dopo aver incontrato Beppe Conte - non a Novoli, dove il professore in teoria insegnerebbe, ma a Roma, dove l’avvocato di una parte del M5s è impegnato a far causa alla Casaleggio Associati - Letta si è fatto un giro in sacco a pelo con le cosiddette sardine, capeggiate dal Sardina in Chief Mattia Santori. "Un incontro utile e costruttivo oggi con le Sardine. Il seguito di quello, importante, che fece Valentina Cuppi a nome di tutto il Pd tre settimane fa. Abbiamo scambiato riflessioni e messo sul tavolo idee. Ottime prospettive. Avanti", twitta Letta ricordando quando le sardine - c’era ancora segretario Zingaretti - riuscirono ad arrivare al Nazareno, nonostante il divieto di attraversamento fra regioni.

Ma che gli vuoi dire, a Santori: nell’epoca del post moderno, è tutto possibile e il Sardina in Chief - una via di mezzo fra Tommaso Paradiso e Alessandro Di Battista - può persino essere scambiato per un interlocutore autorevole. Tutto è narrazione, sicché se serve una narrazione - storytelling, direbbero quelli bravi - sui giovani politicamente impegnati, anche se Santori è del 1987 e ormai è cresciuto pure lui, ecco il gruppo di giovanotti che il Pd utilizzò strumentalmente per vincere le elezioni in Emilia-Romagna, quando c’era da respingere il nemico Salvini ed era tutto un grido al fascismo di ritorno, ai barbari alle porte. Uno si sarebbe aspettato, dopo, un sereno congedo, ma figurarsi; il Pd è sempre in cerca di identità che arrivano dall’esterno.

La subalternità culturale al M5s risiede nel fatto che persino in Toscana, dove i grillo-contiani non esistono (l’unica parentesi fu quella di Livorno), c’è chi nel Pd vorrebbe allargare la maggioranza ai Cinque stelle. Così verrebbe ridata linfa a un partito che non ha mai attecchito. Ma la linea lettiana, da questo punto di vista, sembra essere quella di Zingaretti: alleanza ovunque nelle grandi città, tranne Roma dove per il momento c’è Virginia Raggi che, da eroica tribuna del popolo, resiste a quelli che - non a torto, peraltro, viste le condizioni della città - non vorrebbero farle fare il Raggi bis. Lì Pd e M5s dovrebbero andare da soli, mentre altrove si cercano ancora, contianamente parlando, delle interlocuzioni.

"Costerà fatica, ma è il futuro. Pd e M5s, da forze principali del campo, devono prendere il meglio delle rispettive storie, e guidare il centrosinistra sui temi che realmente contano", dice all’edizione ligure di Repubblica Ferruccio Sansa, ex candidato sconfitto alle ultime elezioni regionali. Eppure, come diceva già Ian Solo, "viaggiare nell’iperspazio non è come spargere fertilizzanti da un aeroplano! Senza i dati esatti potremmo volare attraverso una stella o avvicinarci troppo a una supernova e il vostro viaggio finirebbe prima di cominciare!". E il viaggio sardinico di Pd e Cinque stelle?

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