
Quattro i medici indagati per omicidio colposo (foto repertorio)
Firenze, 11 dicembre 2022 - I problemi della Sanità nazionale e regionale, sulla pelle della gente. Quella più fragile e debole. Che sarebbe da tutelare sempre e comunque. Leggete cosa scrive il signor G., pensionato toscano. "Ho sempre sostenuto la sanità italiana per la sua universalità, ma da tempo le lacune si sono ingigantite, soprattutto per chi ha bassi redditi e per i pensionati in particolare. Le liste di attesa, la sostanziale assenza di servizi domiciliari e sul territorio e una gestione ospedaliera più restrittiva sono a parer mio alcune delle ragioni principali che generano malessere. Come sempre i più fragili (fra cui i pensionati) pagano caro queste lacune. Ma per uscire subito dal generale mi preme soffermarmi sulla mia situazione familiare. Siamo due ultraottantenni con il solo reddito da pensione che per ambedue supera di poco i duemila euro al mese. Le utenze, le spese energetiche e di trasporto, il vertiginoso aumento del costo della vita (inflazione e speculazione), il drastico calo del potere d’acquisto delle pensioni, soprattutto dopo la pandemia e la sciagurata guerra della Russia, ci mettono a dura prova con il rischio di scivolare drammaticamente nella povertà. Nel 2022 sino ad oggi, mia moglie per tentare di curarsi ha speso più di milleottocento euro per visite o cure da medici specialisti (spese tutte quante tracciabili), per tentare di curarsi poiché da diversi mesi soffre di dolori per i quali ad oggi nessun medico ha diagnosticato né la provenienza né una cura. Farmaci e farmaci, quasi tutti a pagamento. Finora a una nostra richiesta di un breve ricovero per accertamenti la risposta è stata no. Continuiamo con altri medici professionisti a pagamento a domicilio perché il suo stato di salute precario gli crea difficoltà a recarsi in ambulatorio. Mi auguro che qualcuno si muova, al di là di manifestazioni di solidarietà. Questa è malasanità". Parole di un ex cittadino fiducioso nel Servizio sanitario pubblico.