IRENE CARLOTTA CICORA
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Pet therapy, prof a quattro zampe. «Una scuola per imparare ad amarli»

Gli istruttori della «Dog’S»: «E vi portano gli anelli fino all’altare»

Una bella foto dei ragazzi nella scuola

Livorno, 20 settembre 2016 - Una scuola speciale, dove i «professori» sono 5 cani: due golden retriever, un pastore australiano, un meticcio di 8 anni e un labrador: tutti certificati secondo la legge 59 della Toscana. La struttura, in via Ajaccia a Stagno, si chiama «Dog’S» e nasce dall’intuizione di due trentenni: Irene Galella, istruttrice cinofila dal 2010 e operatrice di «pet therapy» dal 2009, e Cristina Petta, educatrice e istruttrice cinofila qualificata alla «Think Dog» di Roma. «L’associazione sportiva si occupa principalmente di edcucazione e riabilitazione comportamentale – spiega Irene Galella – Da noi arrivano padroni con cani problematici che hanno difficoltà “leggere” come quelle nel tornare al richiamo fino ad aspetti più importanti quando i cani mordono o hanno morso persone o altri cani, hanno patologie legate all’ansia o fobie. Per questo c’è la nostra veterinaria comportamentalista Sandra Benini». Le attività e i servizi offerti sono diversi e divertenti come il «dog in wedding», con Fido protagonista del giorno più bello.

«Il cane impara a portare gli anelli sulla schiena con un cuscino camminando in mezzo a due file di persone o in bocca dentro un sacchetto – prosegue – Spesso gli sposi chiedono di insegnargli a stare in posa davanti al fotografo, per renderlo protagonista e parte integrante della famiglia. Capita anche di attivare il servizio di dog sitter, se l’animale non può prendere parte alla cerimonia in chiesa o in Comune». La scuola «Dog’S» organizza anche corsi di formazione: «Insieme a noi ci sono altri otto ragazzi – conclude – che si affacciano al mondo del cane e collaborano nel centro. I prossimi corsi saranno il primo di ottobre». Per i soci, è anche possibile usufruire dell’area sgambatura privata visto che spesso «capita che nelle aree pubbliche ci siano cani troppo o poco socievoli, o qualche “polpetta” come nell’escalation di qualche mese fa in città».