CRISTINA PRIVITERA
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Morire di selfie per sentirsi vivi

Il commento

Firenze, 21 maggio 2017 - ‘Dare-devi-il-selfie’: è l’ultima moda folle che imperversa tra gli adolescenti e che troppo spesso sfocia nella cronaca nera. Per dimostrare di esistere pare sia necessario farsi un autoscatto con lo smartphone in situazioni di pericolo per condividerlo con gli amici o sui social. Agghiaccianti i dati di un sondaggio di Skuola.net su un campione di 4mila studenti: il 13% si è fatto almeno un selfie a rischio, l’11% è consapevole di aver messo a repentaglio la propria vita.  Il 64% dice che non aveva un motivo particolare per farlo e solo il 10% ammette di essere stato convinto dal branco.

La paura? Uno su tre l’ammette. Però lo rifarebbe. L’ultimo caso in Toscana è il ragazzo morto folgorato per essere salito sul tetto di un treno nel deposito di Livorno. C’è chi si sdraia sui binari, chi si affaccia sul vuoto da palazzi e dirupi, per non parlare dei selfie alla guida di scooter e auto. Le bravate da ragazzi le hanno fatte tutti. Ma oggi si è alzata l’asticella dell’adrenalina necessaria a rendere l’esistenza interessante. Ma non si distingue più con chiarezza il confine tra reale e virtuale, tra vita vera e videogioco. E per sentirsi vivi allora bisogna provare a morire.