Vaccini in Italia: agli over 60 prima dose entro giugno

L'obiettivo è sottolineato dal ministro Speranza. In arrivo 7 milioni di dosi in più di Pfizer. Aifa: 100 decessi segnalati, solo in 1 nesso con vaccino

Il vaccino anti Covid Janssen della J&J (ImagoE)

Roma, 15 aprile 2021 - Il piano vaccinazioni anti Covid procede in Italia nonostante i mal di pancia provocati dai vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson. Il  commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo, continua il suo giro delle Regioni (oggi in Piemonte e Valle d'Aosta) e si dice ottimista. Il nuovo obiettivo è di vaccinare entro giugno tutti gli over 60 almeno con una dose, spiega il ministro della Salute Roberto Speranza, che ribadisce: "Solo vaccinando decine di milioni di italiani riconquisteremo le nostre libertà e sarà possibile una duratura ripresa economica".  Al momento siamo a oltre 14 milioni di somministrazioni e più di 4 milioni di italiani immunizzati anche con il richiamo (qui la dashboard del governo in tempo reale).

Focus sui vaccini: AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson

Immunità di gregge per over 80 e fragili

Uno dei nuovi parametri che potrebbe entrare nel nuovo decreto per determinare il livello di rischio delle regioni (e di conseguenza, le riaperture) potrebbe essere la percentuale di somministrazione dei vaccini: le Regioni e l'Istituto superiore di Sanità lavorano a un'ipotesi che prevede un tasso di copertura del 70% per over 80 e fragili, dunque l'immunità di gregge per questa fascia d'età.

Covid, il bolettino di oggi 15 aprile

Vaccini: le dosi in arrivo

Il governo si dice convinto che la campagna vaccinale non subirà ulteriori rallentamenti, forte anche dei 7 milioni di dosi in più per l'Italia che Pfizer anticiperà dal quarto al secondo trimestre, dunque entro giugno, come annunciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. "In questo trimestre consegneremo 250 milioni di dosi all'Europa" dice l'ad di Pfizer Albert Bourla al Corsera, rivelando anche uno studio su 46mila persone in base al quale al momento il siero di Pfizer "risulta sicuro anche sulle varianti".

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Figliuolo: la macchina è a punto

"L'organizzazione c'è, la macchina è stata messa a punto e con le dosi in arrivo sono sicuro che porteremo a casa gli obiettivi e riusciremo a riaprire il Paese", afferma Figliuolo. Dopo un paio di giorni, le somministrazioni sono tornate sopra le 300mila in 24 ore e l'input dato dal generale è che si continui a viaggiare costantemente su questi ritmi, visto che già l'obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno a metà aprile è saltato. L'altra indicazione non derogabile è quella che riguarda le categorie: prima si vaccinano gli over 80 e i fragili, poi i settantenni e i 60enni. 

Speranza e la mozione di sfiducia

"Il nostro obiettivo è entro il trimestre somministrare la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi", dice Speranza nella sua informativa alla Ca,era. e spiega la ratio: "Vaccinare i più anziani è corretto perché consente di salvare vite umane. E tutte le regioni devono attenersi a queste indicazioni". Ma proprio alla Camera il ministro dellaSalute deve incassare l'annuncio della mozione di sfiducia da parte di Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni che attacca: "Sono mesi che denunciamo la sua incompetenza e inadeguatezza".

Il Gimbe e la battaglia dei numeri

Ad oggi, secondo i dati del ministro, è stata somministrata la prima dose al 76% delle persone con più di 80 anni e al 30% di quelle tra 70 e 80. Numeri che per il Gimbe significano però il contrario: la campagna stenta, visto che un ottantenne su 4 non ha avuto neanche una dose e tra i 70 e i 79 questa percentuale si sale a 3 su quattro.

Vaccinazioni in farmacia

Certo è che se si vuole legare, come ha detto il premier Mario Draghi, le aperture alle vaccinazioni, bisogna accelerare. Su questo fronte un aiuto arriverà dalle farmacie: sono già 11mila quelle che diventeranno luoghi di somministrazione, con 25mila farmacisti che hanno già iniziato il corso di formazione. Ma servono più dosi e qui torna di nuovo in ballo Johnson & Johnson. "La sicurezza delle persone che utilizzano i nostri prodotti è la nostra massima priorità" dice il vice presidente del Comitato esecutivo dell'azienda Paul Stoffels con l'azienda convinta del "profilo beneficio-rischio del nostro vaccino". 

Aifa: il report vaccini-decessi

Al 26 marzo 2021 sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza complessivamente 100 segnalazioni di 'decesso seguito alla vaccinazione da Covid-19', per un tasso di segnalazione di 1,1 casi ogni 100mila dosi di vaccino somministrate. Il dato è contenuto nel III Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 dell'Aifa. Solo per un caso è stato finora dimostrato il nesso di causalità con la vaccinazione. I casi fatali segnalati, si evidenzia nel rapporto, sono 76 per il vaccino Pfizer-Comirnaty (tasso su 100mila dosi 1,1), 12 per il vaccino Moderna (tasso 2,8), 12 per il vaccino AstraZeneca (tasso 0,7).

L'indicazione per il vaccino J&J

Secondo Figliuolo la questione si risolverà a breve ma in ogni caso è probabile che, come avvenuto per Astrazeneca, ne verrà raccomandato l'utilizzo con delle limitazioni. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri definisce "verosimile" un limite di età come per il siero dell'azienda anglo svedese, dunque sopra i 60 anni. È un vaccino "importante" per la campagna, ripete Speranza, come Astrazeneca, che è "sicuro, efficace".