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Battiston:" Guardo la finale dei mondiali poi incontrerò il pubblico aretino"

L'attore chiude il Mengo Fest stasera alle 19,30 al cinema Eden con il film "Zoran il mio nipote scemo"

battiston

Arezzo 15 luglio 2018 - Prima i Mondiali poi il pubblico. Queste le condizioni poste da Giuseppe Battiston che oggi domenica 15 luglio sarà al cinema Eden alle 19,30 per incontrare il pubblico aretino e presentare, alle 21,30 quando farà buio, il suo film del 2013 “Zoran il mio nipote scemo” di Matteo Oleotto, candidature al David di Donatello, Nastro d’argento a Battiston come miglior attore protagonista e premio del pubblico RaroVideo. Sì perché la musica è finita ma il Mengo continua fino a stasera con questa collaterale di Mengo Cinema curata da Marco Compiani dell’associazione Doppio Sogno dedicata al mondo del cinema e ai suoi protagonisti in collaborazione con Oltre lo schermo. L’attore ospite del festival ha posto infatti la condizione di voler vedere la finale dei mondiali tra Croazia e Francia che, salvo supplementari, dovrebbe finire poco prima dell’incontro con il pubblico all’Eden previsto alle 19,30, per la gioia di Marco Compiani che vedrà la partita insieme a lui. L’attore udinese si intratterrà per una chiacchierata sul film, sul cinema e sulla sua carriera che lo ha visto protagonista in programmi televisivi come Trust, Tutti pazzi per amore, I fantasmi di Portogallo, al cinema e anche scrittore di libri come La scelta di Benedetto e Il furgoncino giallo.

Poi il film “Zoran il mio nipote scemo”, la storia di Paolo Bressan, uomo corpulento e quasi sempre ubriaco che abita in un piccolo paese in provincia di Gorizia, vicino al confine con la Slovenia e che passa le sue giornate tra un lavoro alla locale mensa del centro anziani e la cantina dove beve in compagnia degli amici del paesello. È ossessionato dalla ex-moglie Stefanja e dal suo nuovo marito Alfio, verso cui sfoga la sua invidia con scherzi puerili e piccoli atti vandalici. All'improvviso la sua vita viene sconvolta dall'arrivo di un nipote, Zoran, che viveva con una zia slovena di Paolo, Anja Kovač. Il ragazzo è estremamente introverso, ma intelligente e colto, tanto che parla l'italiano utilizzando termini molto forbiti. Alla morte della zia, Zoran viene affidato a Paolo per alcuni giorni, in attesa di venire poi affidato ad un istituto. Durante quei giorni Paolo prima cerca di sfruttare economicamente la grande abilità del ragazzo con il gioco delle freccette, ma la convivenza con l’adolescente, che si affaccia alla vita con le prime esperienze amorose con Anita, una ragazzina del paese, sarà l'occasione per guardare finalmente la propria vita in modo critico.