SILVIA BARDI
Cosa Fare

Cani, pappagalli e pecore: mostra di disegni, fumetti e film con Fulvio Risuleo

"Racconto la vita degli ultimi, di chi non riesce a sbarcare il lunario, costringendo il pubblico a cambiare idea sui personaggi, uno spaccato di realtà tra leggerezza e amarezza". All'Eden il regista ha presentato il suo ultimo film "Il colpo del cane" mentre in Fraternita fino al 20 ottobre è allestita la mostra di disegni sui pappagalli

Fulvio Risuleo

Arezzo 22 settembre 2019 - Ci sono pappagalli, tanti pappagalli, colorati, liberi, muti e parlanti. Di quelli che si trovano nei balconi o negli alberi delle città. Sarebbero da compagnia e pare amino molto vivere nell’ozio, fra l’altro sono gli unici a sapere imitare la voce dell’uomo. Qualche volta la libertà se la conquistano o scappando dalla gabbia o perché lasciati volare via. Ma ci sono anche altri animali come le pecore, apparentemente libere di brucare all’aria aperta ma al servizio dell’uomo, accudite e allevate per dare latte e lana, l’unico scopo che gli viene riconosciuto. Poi ci sono i cani, per antonomasia gli amici dell’uomo, destinati a fare compagnia nel salotto di casa ma che sotto sotto un anelito di libertà e ribellione lo covano, soprattutto quando costretti a essere cresciuti a misura umana, vestitini e cappottini compresi. C’è tutto questo mondo fantastico di Fulvio Risuleo, disegnatore, fumettista, sceneggiatore e regista, classe 1991. Giovanissimo, romano, pieno di idee, tre libri di fumetti pubblicati ( Pixel” (2016), “L’Idra indecisa” (2018) e “Sniff” (2019) realizzato con Antonio Pronostico) e due film usciti, “Guarda in alto” nel 2017, e l’ultimo “Il colpo del cane” nelle sale da giovedì scorso.

La sua prima uscita ufficiale con libro e film l’ha fatta proprio ad Arezzo, ospite di Marco Compiani e della sua rassegna cinematografica “Viaggio in Italia”  dell'associazione Doppio Sogno, Fondazione Intour e Officine della cultura, che porta all’Eden : “il cinema giovane, diverso, alternativo nei linguaggi e nel modo di vedere la realtà, lontano dalle regole codificate, fuori dai canali classici, che dà l’opportunità al pubblico di incontrare registi, attori, sceneggiatori, autori, chi nel cinema ci lavora, davanti e dietro lo schermo. Un viaggio cinematografico per scoprire nuovi punti di vista e nuove sfumature”. All’Eden Risuleo ha presentato il suo film “Il colpo del cane” ma prima ha inaugurato la sua mostra di disegni visitabile gratuitamente nel Palazzo di Fraternita in Piazza Grande curata da Marco Botti e Laura Davitti, fino al 20 ottobre una serie di tavole di pappagalli e altri animali, tra cui, appunto, pecore e cani, gli stessi che ritroveremo nel film.

“Sto lavorando da anni a un altro libro di fumetti che non riesco a concretizzare, scrivo e riscrivo ma è tutto sospeso - spiega Risuleo - la storia è quella di un pappagallo costretto a scappare dalla gabbia perché la padrona è morta, non lo vorrebbe fare, ama la sua vita oziosa e sicura, ma deve sopravvivere e viene accolto da una comunità di pappagalli che vivono liberi in un grande albero, ma lui non riesce ad abituarsi a questa libertà che in realtà è un’altra gabbia, perché da anni questi uccelli non si muovono da questo albero. Per la mostra di Arezzo ho fatto disegni veri e non le prove per le mie tavole, questo mi ha ridato la spinta a finire questa storia”. Cinema e fumetti, per Risuleo sono due mondi diversi: “Nel film metto la creatività dello sceneggiatore e del regista, il cinema è il mondo vero che entra nella vita. Nel fumetto invece sono io, da solo, chiuso in una stanza, che stilizzo la realtà”.

E la realtà raccontata da Risuleo nel film “Il colpo del cane” parte dal “mercato” dei cani da accoppiamento. I cuccioli di razza, si sa, costano parecchio, e possono essere una interessante fonte di guadagno. “E’ successo veramente a un mio amico che ha un Labrador a cui è stato proposto di far accoppiare il suo cane a pagamento. Per il film ho scelto un cane docile e di pregio come il bulldog francese, e al posto del padrone ho coinvolto una dogsitter, che fa questo lavoro per puro caso, sottopagata, allettata da un presunto veterinario che le offre denaro per far accoppiare il cane Ugo con la sua cagnolina”. Senza svelare troppo (tanto lo spettatore lo capisce subito dal taglio dei capelli e dalle scarpe che lui non è un veterinario) è la storia di poveri cristi, che cercando di campare alla giornata finiscono per mettersi involontariamente e maldestramente nei guai. Nel cast, azzeccatissimo, Silvia D’Amico, Daphne Scoccia, Anna Bonaiuto, Edoardo Pesce. La storia di una generazione che tanto somiglia a quella di oggi, tra aneliti di libertà e voglia di sicurezza, sfortuna e destino, dove il caso ha la meglio sulle buone intenzioni. “Induco il pubblico a farsi subito un’idea per poi costringerlo a cambiarla - spiega il regista - una denuncia sociale al servizio della narrazione. Ispirandomi al cinema di sessant’anni fa, racconto la storia degli ultimi. Chi non ha soldi, chi non riesce a farsi una vita e non sa come sbarcare il lunario è molto più interessante di chi ha una vita in cui tutto va bene”. Ecco dunque una commedia in giallo, tra leggerezza e amarezza, e con finale a sorpresa. Per non tacer di pecore e pappagallo.