SILVIA BARDI
Cosa Fare

"Collettivo Arezzo", nove aretini alla mostra d'arte contemporanea "ArtePadova"

Guidati dal curatore Danilo Sensi rappresenteranno la creatività aretina dal 12 al 15 novembre. E domenica Giorgia Andreina Carpenito presenterà il mosaico di Indicatore

L'artista Abigaille di "Collettivo Arezzo"

Arezzo 10 novembre 2021 - “Collettivo Arezzo è la realizzazione di un sogno che inseguivo da tempo, un progetto innovativo e ambizioso, pensato nei tanti mesi di forzato isolamento e costruito per riunire nove fra i più interessanti artisti della nostra provincia. Ho sempre pensato che singolarmente si può realizzare ben poco, ma unendole forze si possono raggiungere importanti obiettivi”. Così il curatore e critico d’arte Danilo Sensi annuncia la partecipazione di neve artisti aretini alla  mostra mercato di arte moderna e contemporanea ArtePadova 2021 dal 12 al 15 novembre, nel padiglione 4 con il nome  “Collettivo Arezzo”.

Le firme  sono quelle di Abigaille, Antonella Cedro, Tetsuji Endo, Maura Giussani, Misa Moss, Zenone, Fabrizio Cioci, Fabio Galeotti e Laura Serafini, nove protagonisti dai linguaggi eterogenei che tra pittura, scultura, videoinstallazioni e performance porteranno il nome di Arezzo in una delle fiere italiane di riferimento. Con un fuori programma: domenica 14 novembre, alle15, ci sarà infatti  un evento collaterale voluto dal gruppo aretino che vedrà l’artista Andreina Giorgia Carpenito, intervistata dal giornalista Marco Botti,  parlare del suo gigantesco mosaico di Indicatore a cui sta lavorando da anni, tessera dopo tessera, e che unisce arte e sociale. Una vetrina dove le arti sono tutte rappresentate, dipinti, disegni, sculture di pietra e creazione di cartapesta, materiali impastati col colore, vetro e ceramica, tecniche e ispirazioni diverse unite per raccontare un territorio.

“Collettivo non è solo una mostra o una pubblicazione - continua Sensi - è un esperimento di riavvicinamento, di coesione artistica e sociale, un excursus culturale che copre cinquant’anni di storia della nostra città  in cui i diversi stili e i differenti approcci si legano sotto un comune, ma non unico, filo conduttore: l’orgoglio di lavorare ad Arezzo, dimostrando che non è la piccola città di provincia emarginata culturalmente, ma che è attraversata da un fervore creativo costante. Da molto tempo scrivo di una città ricca di esperienze culturali, di artisti importanti che hanno attraversato il Novecento con forza e caparbietà, di giovani che traggono ispirazione dal recente passato di Arezzo, fatto di luoghi, di incontri e di importanti presenze, di una Camelot dimenticata, perché il bagliore industriale ha accecato i nostri occhi. Collettivo Arezzo recupera e amplifica, rielabora e innova, costruisce un percorso fatto di materiali di riciclo, di storia, di contatti con la natura, di citazioni e impegno, di sacrifici e talento”.

 

GLI ARTISTI

Laura Serafini come supporto privilegiato delle sue opere, sceglie vecchie mappe, autentiche cartine realizzate dall’uomo come studio del territorio. Corpi e volti sorgono lievi dal tracciato, liberi di interagire con il supporto: china, carboncino, acquerelli e olio, permettono ai livelli di sovrapporsi e confondersi, in un gioco di linee, segni e immagini.

Misa Moss lavora come designer e progettista free lance alternando attività di grafica e allestimento. Svolge attività di ricerca e sviluppo di progetti d’arte, design e up cycling ed è stato docente di metodologia della progettazione presso Acme Academy of Fine Arts and Media a Milano.

Grazia Rossi Forbicioni - Abigaille dopo avere lasciato la professione da stilista, si è dedicata alla passione artistica, scoprendo la carta pesta, materiale che permette una straordinaria sintesi tra pittura e scultura.

Maura Giussani dimostra di conoscere molto bene sia la prospettiva che il bilanciamento cromatico. A livello puramente segnico, le linee vengono tracciate seguendo precisi canoni tecnici. Il risultato è una composizione iperrealista. 

Emilio Giunchi, pittore naif molto conosciuto in Italia e all’estero, è conosciuto in arte come Zenone. Utilizzando il paesaggio toscano come punto di partenza, i dipinti di Zenone sanno catturare i dettagli della vita quotidiana nei borghi italiani. 

Visitando i borghi più antichi delle vallate appenniniche, può capitare di vedere volti scolpiti nella pietra in una facciata o in un angolo di una casa. Fabrizio Cioci Barbaritana scolpisce la pietra per ricercare i segni che richiamano l’umano. 

Tetsuji Endo pittore e scenografo si innamora dell’Italia e ci si trasferisce dal Giappone. La penisola con le sue ricchezze artistiche è la sua maggiore fonte di ispirazione:  “per me l’arte, particolarmente la pittura è sacra, l’ispirazione che si leva dal più profondo del mio spirito si materializza e questo è l’unico modo di esprimere me stesso e la mia anima".

Antonella Cedro si serve di materiali di ogni genere, dalla tela pregiata al canovaccio, dalla plastica al vetro e al legno, spesso utilizza materiali di riciclo. Le figure, soprattutto primi piani, sono spesso solo delineate, e quasi mai i volti o gli oggetti riportano dettagli, lasciando libero campo alle idee e alla fantasia di chi guarda.

Fabio Galeotti lighting designer e artista video riproduce con una precisione maniacale immagini in movimento ispirandosi a quadri della storia dell’arte e ci suggerisce che la luce è un linguaggio che può essere codificato e può aiutare lo spettatore nella visione dell’opera.