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I Negrita a Sanremo
Arezzo 4 febbraio 2019 - E’ fra i testi considerati “politici” quello che i Negrita suoneranno la prima serata di martedì a Sanremo. Sì perché per citare l’inossidabile giornalista Vincenzo Mollica il festival della canzone è da sempre anche il festival delle polemiche, prima ancora che i riflettori si accendano per la diretta tv su Rai Uno. C’è la caccia ai big con le prove blindate per non sciupare l’effetto sorpresa. Ma i Negrita non li controlli e così basta seguirli per scoprire un po’ di più sul festival che si aprirà il 5 febbraio. Suoneranno tutti nella prima serata, e sul palco tanto sapore di Arezzo con la band aretina e gli artisti dell’etichetta Woodworm Label di Marco Gallorini già in Riviera con lo staff al completo e che porta all’Ariston Motta, Zen Circus e come ospite dei duetti Nada. Poi i Negrita con la formazione Paolo “Pau” Bruni, Enrico "Drigo" Salvi, Cesare Mac"Pietricich, Giacomo Rossetti, Guglielmo Ridolfo Gagliano e il batterista trentino Cristiano Dalla Pellegrina. Canteranno il brano “I ragazzi stanno bene”, testo scritto da Paolo Bruni, Cesare Petricich, Enrico Salvi, Francesco Barbacci, Lorenzo Cilembrini, musica di Paolo Bruni, Cesare Petricich, Enrico Salvi, Francesco Barbacci, Guglielmo Gagliano. Dirigerà l’orchestra Valeriano Chiaravalle.
Ma anche i duetti della penultima serata di venerdì 8 febbraio vedrà tanta aretinità a cominciare dagli Zen Circus che porteranno sul palco i Musici della Giostra e Brunori Sas che ha all’attivo un progetto teatrale con le Officine della cultura, mentre i Negrita duetteranno con Roy Paci e Enrico Ruggeri. “Due goleador - dicono - Roy è da tempo ‘uno di noi’, ci sono precedenti ed insieme siamo ‘pericolosi’: gioia infinita! Con Enrico feeling istantaneo: un maestro, Peter Pan alchimista di Decibels!”. Infine Motta canterà con Nada, entrambi per l’etichetta aretina Woodworm.
Si dicono “emozionati” i Negrita, perché volere o no il festival è la più grande manifestazione musicale italiana. “Guardateci e ascoltate il brano in streaming” dicono dai video che la Rai ha chiesto loro di girare. Ma altre indiscrezioni trapelano come la scenografia dell’Ariston che Drigo definisce “superstiloso: nero, sobrio, rock” su cui le prove finora sono andate benissimo: "in platea era presente un certo numero di persone: addetti ai lavori, credo. Hey..ogni volta che finivamo il pezzo partiva l’applauso!”.
E’ ormai lontano il debutto del 2003 non proprio fortunato: “ Cammino per le sale dell’Ariston o per le vie del centro - scrive Drigo nel suo diario social - non posso fare a meno di notare che il mio stato d’animo è profondamente diverso da quello che avevo quando partecipammo la volta scorsa. Ricordo bene il disagio di allora. Sentivo me e la band fuori contesto, il pezzo non mi convinceva, le interviste mi succhiavano energie lasciandomi insoddisfatto, soffrivo, faticavo su tutto e soprattutto avevo una fifa che la storia ha poi dimostrato essere fondata. Stavolta è diverso. Sarà l’età, sarà che nel frattempo ho vissuto mille vite e visto ogni angolo del mondo. Sarà il colpo che abbiamo in canna, ma mi sento tranquillo e divertito. Insomma, vado incontro a questa esperienza con curiosità, pace e voglia di fare una cosa che piaccia a me, alla band e..sí, ai miei figli”.
Ed è solo l’inizio perché dopo Sanremo uscirà il doppio album con tutti i successi degli ultimi 25 anni, un “the best” dal 1994 al 2019 con 33 pezzi e tre inediti che uscirà venerdì 8 febbraio, proprio quello della celebrazione dei 25 anni di storia della band. “La prima raccolta fu pubblicata nel 2003, esattamente dopo la nostra prima apparizione sanremese - ricorda Pau - magari significa qualcosa…”.
E fra gli inediti proprio la canzone di Sanremo. Di cosa parla? Ecco il testo.
"Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile Sarà il peso del mio karma o la mia fortitudine
Con in mano una chitarra e un mazzo di fiori distorti
Per far pace con il mondo dei confini e passaporti
Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto
Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco
Dove camminiamo tutti con la testa ormai piegata
E le dita su uno schermo che ci riempie la giornata
Ma non mi va
Di raccogliere i miei anni dalla cenere
Voglio un sogno da sognare e voglio ridere
Non mi va
Non ho tempo per brillare voglio esplodere
Ché la vita è una poesia di storie uniche
E poi trovarsi qui sempre più confusi e soli
Tanto ormai non c’è più tempo che per essere crudeli
E intanto vai, vai che andiamo dentro queste notti di stelle
Con il cuore stretto in mano e con i tagli sulla pelle
Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene
Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene
Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura
Che cos’è la libertà? Io credo: è non aver più paura
Di piangere stasera, di sciuparvi l’atmosfera
E di somigliare a quelli come me
Non mi va…
Di lasciarmi abbandonare, di dovermi abituare
Di dovermi accontentare
Sopra di noi la gravità
Di un cielo che non ha pietà
Pezzi di vita che non vuoi perdere
Giorni di festa e altri da lacrime
Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi…"