REDAZIONE AREZZO

I giovani "esistenze fragili" secondo Galimberti, Crepet e De Rita

Gli incontri organizzati dalla Biblioteca si terranno a settembre, ottobre e novembre alla Casa dell'energia

Umberto Galimberti

Arezzo 31 agosto 2018 - Appaiono come “Esistenze fragili “ quelle dei ragazzi di oggi. E così la Biblioteca città di Arezzo per aiutare a capire la condizione giovanile “come specchio della società” ha invitato ad Arezzo, scrittori, filosofi, sociologi e psicologi come Umberto Galimberti, Paolo Crepet, Giuseppe De Rita. Un incontro al mese che si terrà all’Urban Center la casa dell’energia di via Leone Leoni. Il viaggio comincia con la conferenza di Umberto Galimberti che parlerà su “L’ospite inquietante: il nichilismo e i giovani” il 20 settembre alle 17,30. Una analisi fatta sul campo ascoltando i giovani che sanno di vivere in una età nichilista, senza scopi, senza valori, senza speranza nel futuro, senza risposte ai loro perché . Ma nonostante questo affrontano la vita con leggerezza e ironia. “Per i giovani di oggi - spiega Galimberti - il futuro non è una promessa ma una minaccia prevedibile per questo forse ogni anno in Italia si suicidano 400 ragazzi in età scolare. Sono immotivati perché trascurati e guardano ai genitori con aria di sufficienza, lontani dai miti del guadagno e dell’immagine”. Nonostante questo, fa sapere Galimberti, i ragazzi di oggi hanno ideali robusti “detestano la guerra, la crudeltà, le armi, la tortura perché non portano a nessun risultato e si fanno domande profonde su Dio, sulla morte, sull’anima. Il 10-20 per cento sono nichilisti attivi, l’altro 80 per cento è perso. Ma basta il venti a far sperare in una società migliore”.

Lo psichiatra Paolo Crepet con il libro “Passioni” il 19 ottobre alle 17,30 spiegherà perché secondo lui assistiamo a studenti che picchiano insegnanti e a violenze fra ragazzi, per mancanza dei no che aiutano a crescere perché “è una generazione che non conosce più i sogni perché non sono state insegnate le passioni”, spiega lo psichiatra “ Se tuo padre e tua madre non ti hanno mai detto un no da quando sei nato, il primo no che ti dice un esterno non lo accetti. L'educazione è una fatica che nessuno è più disposto a fare. Tutto è anticipato rispetto a ieri, oggi a 13 anni fai le cose che una volta si facevano a 18. Oggi giustifichiamo tutto e si consuma tutto troppo in fretta, anche la vita».

Infine Giuseppe De Rita sociologo ed ex presidente del Censis parlerà dei “Giovani prigionieri del potere” il 9 novembre alle 17,30, l’analisi di una società che rende prigionieri del presente perché non progetta il futuro e non ha memoria del passato “una società che al desiderio sostituisce le pulsioni, al progetto l'annuncio, alle passioni le emozioni - spiega De Rita - una società rattrappita. La schiavitú del presente ha portato perfino a un mutamento antropologico dell'uomo occidentale. Il presentismo ratifica il primato della tecnologia che domina e ci domina, della finanza senza redistribuzione della ricchezza. Ma da questa prigione si può uscire, se partiamo dalla consapevolezza di quanto siamo ormai scollegati dal passato e dal futuro”. Gli incontri sono aperti al pubblico ma è consigliata la prenotazione alla mail [email protected]. Silvia Bardi