REDAZIONE AREZZO

I libri di Mughini, doppio incontro con il giornalista

Sarà ad Arezzo per presentare il suo nuovo volume e incontrare gli studenti

mughini

Arezzo, 14 maggio 2018 -   Si avvicina il grande giorno dedicato agli amanti dei libri: mercoledì 16 maggio il giornalista e scrittore Giampiero Mughini arriva ad Arezzo per una giornata tutta da vivere nel segno della cultura. Due gli appuntamenti da mettere in agenda: per gli studenti l’incontro della mattina dalle  11.30 in Teatro Vasariano; per tutta la cittadinanza l’incontro con l’autore dalle 17.30 con la presentazione di “Che profumo quei libri. La biblioteca ideale di un figlio del Novecento” edito da Bompiani. Un incontro ad ingresso libero e gratuito e moderato dalla giornalista Anna Martini. Un amore sconfinato per i libri e un’esistenza da collezionista. Questo ci racconta Giampiero Mughini nelle 168 pagine della sua ventisettesima pubblicazione: “Che profumo quei libri. La biblioteca ideale del figlio del Novecento”. Qui sono riuniti tutti libri che ha letto amato e raccolto nella propria biblioteca personale costituita da più di ventimila volumi. Tante storie di carta, prime edizioni, testi preziosi, rari e a volte introvabili capaci di racchiudere e raccontare l’animo italiano. È molto più di un libro che parla di libri, di una raffinata carrellata di autentici tesori, ma una crociata per la salvezza del caro vecchio libro che rischia di cadere nel dimenticatoio, nell’oblio del caos e della banalità di tanta parte della dimensione digitale. Una battaglia ardua, che vale la pena di combattere e che, pagina dopo pagina, ci permette di cavalcare il nostro Novecento in letteratura - dalle prime edizioni autofinanziate di Svevo a Michele Mari – in editoria, fra aneddoti e miracoli e ci fa immergere nella politica del ’68, del '77 e della contestazione, negli anni di piombo e del piombo, violenti eppure creativi come pochi altri per parole e immagini, senza tralasciare grafica, moda, arte design e fotografia. Si comincia con “Myricae” di Giovanni Pascoli, 1891, che per Mughini rappresenta «l’avamposto e il presagio della poesia italiana del Novecento», con quei suoi «versi cadenzati ciascuno come gli serviva, parole scelte tra cultura alta e vita di tutti i giorni». E si passa da Scerbanenco, il “Simenon italiano”, con la “Venere privata” edito da Garzanti nel 1966, perché fu il primo in Italia a dare dignità letteraria al poliziesco. Non mancano De Roberto, Pirandello, Moravia e poi “Kaputt” di Curzio Malaparte. Centralissimo “Una questione privata” di Giuseppe Fenoglio, a detta di Calvino il romanzo partigiano “che ciascuno di loro avrebbe voluto scrivere ma che non ci era riuscito”. E poi comunismo, socialismo e fascismo negli scritti di Prezzolini, Salvemini, Rosselli, tra le “Lettere dal carcere” di Antonio Gramsci e “Il Covo” di Giuseppe Pagano che ci svela l’ufficio di Mussolini, lì dov’era la redazione del “Popolo d’Italia” in via Paolo da Cannobio a Milano. C’è anche Dedalus, lo pseudonimo di un giovanissimo Umberto Eco che in “Filosofi in libertà” del 1958 si diverte a disegnare la storia della filosofia occidentale raccontata a mezzo di strofe a modo di poesie. Fino al 1976 che decreta la fine di Lotta Continua, la secessione delle giovani generazioni, il femminismo, la nascita delle radio libere e l’arrivo delle droghe nel 1977 con l’infrangersi dei sogni di un’intera generazione falciata dall’eroina. C’è un cuore pulsante e febbrile, un intero capitolo dedicato ad eros e voluttà tra ex libris, graphic novel, cataloghi e album di acqueforti. Lo sguardo voyeurista che trova l’apice dell’erotismo nel reame del cerebrale. E ancora c’è un intero capitolo dedicato a Bobi Bazlen e Anita Pittoni, con la riproduzione del loro epistolario scovato dal libraio antiquario triestino Simone Volpato, libraio «innamorato della triestinità al punto da conoscerne ogni anfratto». Mughini ci prende per mano e ci porta nel cuore della sua personalissima biblioteca, dove dietro ad ogni volume - raro o meno che sia - c’è una storia che si intreccia con la sua storia.