
Ugo Dighero
Arezzo, 15 gennaio 2018 - È un classico della letteratura teatrale contemporanea, il “Mistero Buffo” di Dario Fo, interpretato in chiave personale dall’attore genovese Ugo Dighero, lo spettacolo in scena mercoledì alle 21.15 all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini (via Vittorio Veneto, 19, Ar). L’evento sarà introdotto dai ragazzi dell'alternanza Scuola-Lavoro del Liceo Scientifico Benedetto Varchi di Montevarchi, progetto curato da Diffusioni/KanterStrasse Teatro e dall’organizzazione no-profit Conkarma. “Mistero Buffo”, spettacolo che ha reso Fo celebre in tutto il mondo, nonché uno dei suoi cavalli di battaglia, “vola sulle giullarate medioevali per planare come un falco sulla satira politica del tempo; è un contenitore ampio, ricco, magmatico, sorprendente e divertente, lirico e poetico, tagliente e aguzzo come una lama affilata”, si dice nel programma.
Dando vita ad una galoppata teatrale che lascia senza fiato, Ugo Dighero, attore noto al pubblico per i suoi numerosi personaggi televisivi, per aver fatto parte della Gialappa's e per la lunga e prolifica carriera teatrale con il Teatro dell’Archivolto, propone due tra i brani più famosi del repertorio di Fo: “Il primo miracolo di Gesù bambino”, monologo del 1977 in cui Fo prende spunto dai Vangeli Apocrifi, e la “La parpàja topola”, del 1982, che racconta di un giovane e sempliciotto capraio, Giavan Pietro, divenuto improvvisamente ricco. I due racconti uniscono un grande divertimento a un forte contenuto, il tutto condito con la leggerezza e la poesia tipici dei racconti di Fo. Ma al di là delle vicende e delle trame, le due fabulazioni sono terreno impervio per ogni attore: mirabolanti creazioni di linguaggi fantastici, misto di dialetti e grammelot, storie scabrose che si mutano in miracoli poetici, i testi di Mistero buffo richiedono all’interprete doti non usuali, capacità camaleontica di evocare i mille personaggi chiamati in causa, di coniugare medioevo e presente, di tenere un occhio sul testo e uno sull’improvvisazione. Come ha spiegato Ugo Dighero: “Quello che metteremo in scena sono pezzi di affabulazione pura in cui chi racconta interpreta anche tutti i protagonisti che dialogano tra loro, quindi bisogna usare tutte le tecniche, soprattutto la commedia dell’arte, con le maschere. Bisogna entrare e uscire velocemente da tutti i personaggi (a volte tre o quattro in scena); è un arzigogolo virtuosistico in cui si deve essere veloci e preparati. Una volta che si riesce a gestire tutto questo è come sedersi al volante di una Ferrari che bisogna saper guidare, ma va che è una meraviglia. I brani sono scritti sapientemente, con dei tempi comici favolosi ed è un cavallo che galoppa in maniera forsennata. Quando si riesce a starvi sopra è un godimento per chi interpreta e spero anche per chi ascolta”.
La rassegna Diffusioni, a cura di Kanterstrasse, proseguirà con la performance dell’artista in residenza under35, il regista e drammaturgo Giovanni Ortoleva, che metterà in scena “Little man, what now?”, una prova aperta a chiusura della residenza artistica iniziata il 15 gennaio sulle follie del sistema economico (2/02). Sarà poi la volta di “Amleto” nella versione della compagnia residente KanterStrasse, una rilettura poetica, musicale e a lume di candela del classico shakespeariano con un attore, una colonna sonora e un percussionista che accompagneranno il pubblico nell'opera, raccontando, "a chi la ignora o la conosce male”, la storia del principe di Danimarca (18/03). Spazio infine al progetto speciale che vedrà il musicista Dario Brunori esibirsi con l'orchestra multietnica di Arezzo, in un vero e proprio viaggio musicale dal Nord Africa alla Turchia, dalla Grecia ai Balcani, dall’Est Europa all’Italia, un percorso nomade che incontra alcuni tra i brani più noti del cantautore calabrese (20/05). Per prenotazioni: [email protected] t. +39 377 98 78 803 Ingresso: biglietto intero 10€, ridotto 7€ (under 26; over 65; spettatori erranti tesserati; soci Coop centro Italia).