Arezzo, 4 novembre 2024 – Partenza col turbo. Nei primi quattro giorni dal taglio del nastro, la mostra dedicata a Giorgio Vasari segna la sua prima asticella e archivia già numeri importanti: 1.726 presenze. E il ponte di Ognissanti che ha portato in città cinquantamila persone, nell’incrocio con l’Antiquaria, si è rivelato il trampolino di lancio dell’evento clou dell’anno vasariano.
Visitatori in coda davanti alla Galleria d’arte moderna e contemporanea, scrigno dei capolavori del maestro del Rinascimento. E nel doppio “sentiero” di attesa, quello all’ingresso della Basilica di San Francesco, per ammirare gli affreschi di Piero della Francesca. Tutto nella piazza che diventa palcoscenico e fulcro di un evento culturale di livello nazionale dedicato all’arte classica. Vasari e Piero, mai così vicini. È una parete a separare i due maestri del Cinquecento e i “gioielli” che hanno saputo scolpire e tramandare: da una parte i dipinti e i disegni del pittore-architetto-letterato, molti dei quali arrivati dal Metropolitan Museum di New York, dalle sale del Louvre di Parigi e da Vienna, oltre alle più prestigiose gallerie italiane, Uffizi in testa.
Dall’altra parte lo splendore degli affreschi che narrano il ciclo della Vera Croce.
“Una mostra irripetibile, non capiterà più, per molto tempo l’occasione di vedere queste opere tutte insieme”, dice Cristina Acidini, curatrice della mostra “Vasari. Il teatro delle virtù” attraverso la quale Arezzo celebra i 450 anni dalla morte dell’artista. Le sale della Galleria in piazza San Francesco sono il “centro di gravità” degli eventi dell’anno vasariano ma da qui si dipana un percorso che tocca la chiesa di Sant’Ignazio, dove sono esposte quattro imponenti pale d’altare alte fino a quattro metri raccontano, le gallerie statali (il museo medievale e il museo archeologico), l’Archivio di Stato, le chiese dove Vasari ha lasciato il suo segno. Il fil rouge è un viaggio dentro un artista poliedrico: architetto, pittore, letterato.
Otto le sezioni del percorso espositivo, ideate per presentare in maniera completa non solo l’opera di Vasari, ma anche la sua fittissima rete di relazioni e le novità di cui fu interprete. Novità che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’arte. Il testo originale de Le Vite domina la prima sala della Galleria, insieme al ritratto del Duca Alessandro de’ Medici (in prestito dagli Uffizi) e il San Girolamo (Galleria Palatina): due dipinti che esaltano il genio vasariano.
Non solo: l’impatto con la Chimera toglie il fiato: il bronzo etrusco rinvenuto nel 1553 ad Arezzo e che Vasari fece trasferire a Firenze per la gloria di Cosimo I de’ Medici, è rientrato in città dal museo archeologico di Firenze e concorre alla narrazione del genio aretino. Un allestimento che, con un gioco sapiente di luci, esalta i dettagli, amplificati sul maxi schermo che domina la parete e restituiscono suggestioni sorprendenti. Da sabato è già disponibile il catalogo che rappresenta un altro “gioiello” dell’evento e sta conquistando la sua ribalta nelle richieste dei visitatori. Vasari raccontato dagli esperti che lo hanno indagato a fondo, selezionando i capolavori arrivati da musei e collezioni private per offrire un percorso conoscitivo su tutta la sua esperienza artistica e umana. Nei suoi scritti si può cogliere il profilo di un protagonista del suo tempo. Si esce dalla mostra con il desiderio di ricominciare il viaggio. E sfogliando il catalogo, il viaggio non finisce.