Arezzo 6 novembre 2021 - “Noi mettiamo i film, tu porta la musica”. Inizia oggi al Museo dei mezzi di comunicazione di Arezzo la proiezione di una serie di film muti ai quali i giovani musicisti che lo vorranno potranno aggiungere la propria colonna sonora. Via dunque al “Silent Mumec” oggi sabato 6 novembre dalle 17,30 in via Ricasoli a ingresso gratuito.
Immaginiamo di essere nel 1903. Un’antica macchina da presa dei primi del Novecento, gli albori del cinema. Una serie di pellicole, di pochi minuti, in bianco e nero, senza sonoro, gli albori delle proiezioni popolari. Tutto chiuso in due bauli di proprietà di Francesco Bernasconi, che dall’America viene in Italia per inventarsi, per primo, le proiezioni nelle piazze. Bauli ora nella collezione del Museo dei mezzi di comunicazione di Arezzo di Fausto e Valentina Casi e che verranno riaperti oggi per questa rassegna “Silen Mumec” che ogni sabato, per sette settimane, proietta questi filmati nell’auditorium Ducci dalle 17,30 alle 18,30 con l’accompagnamento musicale di tutti i giovani musicisti che vorranno mettersi alla prova in questo antico ma nuovissimo genere.
“Sono filmati di nostra proprietà che vanno dal 1903 al 1908, l’inizio dell’era della pellicola - spiega Valentina Casi - ritrovati da mio padre nel baule di Francesco Bernasconi che avevamo già selezionato e digitalizzato nel 2017 per proiettarli in Piazza Grande. Ed è stata la prima e ultima volta che sono stati visti”. A questo si aggiunge un altro progetto: “Invitiamo i ragazzi, il pubblico giovane, non solo a vederli ma a creare le colonne sonore. E si parte subito sabato con i chitarristi Matteo Scalabrella e Isaac Peruzzi”.
I temi sono leggeri, commedie, comiche alla Charlot. C’è “Caccia alla parrucca” versione integrale di una pellicola intera di cui la cineteca di Bologna ha solo un frame, dove ragazzini monelli attaccano dei palloncini alla parrucca di una donna/uomo che per tutto il film la inseguirà nei cieli di Parigi. Ci sono i primi effetti speciali in “Adoratore di Bacco” uomo ubriaco che vede le case trasformarsi in bottiglie. C’è la prima notte di nozze in “Arrivederci e grazie” che vede lei spogliarsi e sensualmente togliersi parrucca, dentiera, seni finti con conseguente fuga del neo marito. Quasi tutte produzioni Francesco a parte la pellicola italiana “Piccoli vagabondi”.
“Non serve essere musicisti o professionisti, ma serve curiosità e voglia di mettersi in gioco e venire a conoscere il cinema storico”. L’inaugurazione di sabato coincide anche con la celebrazione della Giornata mondiale dell’audiovisivo e vedrà i la partecipazione attiva dei Centri per l’Unesco di Arezzo, Firenze e Torino.
Ma chi era Bernasconi? Era un ragazzo di 15 anni di Viggiù quando con la famiglia si trasferisce nel Vermont per fare lo scalpellino. Là partecipa a una fiera internazionale, una sorta di expo, dove vengono presentate le ultime tecnologie, fra queste il cinema (siamo agli inizi del 900) e lui se ne innamora. Compra un proiettore smontabile e trasportabile in un baule e noleggia le pellicole e si inventa il cinema in piazza. Decide di portare questo suo nuovo lavoro in Italia e con i suoi bauli gira tutto il nord della penisola e fa spettacoli nelle piazze italiane. Fausto Casi ha avuto il fiuto e la fortuna di rintracciare i bauli che contenevano tutti questi preziosi materiali e la storia di Bernasconi, parte nei depositi del Mumec e in parte esposti oggi con l’inizio delle proiezioni dei suoi film.
“Una curiosità - ci spiega Valentina Casi - quando nel 1927 il cinema diventa sonoro lui si rifiuta di andare avanti con le proiezioni e smette tutto, per lui il suono toglieva magia al cinema”.