
Fabio Cantelli Anibaldi
Arezzo 28 liglio 2021 - Per guarire dalla tossicodipendenza bisogna percorre due strade impervie. Paradossalmente la più facile è la disintossicazione, la fase chimica, l’astinenza. La più difficile è la guarigione dell’anima, di quella inquietudine che fa fare il primo errore. In questo percorso doloroso ci accompagna il libro di Fabio Cantelli Anibaldi per dodici anni un ragazzo di San Patrignano, la comunità fondata da Vincenzo Muccioli diventata la comunità terapeutica più conosciuta al mondo. Un libro scritto mentre era addetto stampa della Comunità dopo la feroce campagna mediatica contro il fondatore per le accuse e i processi di violenze, sequestri, segregazioni e l’omicidio di Roberto Maranzano che spaccò l’Italia in due costringendo l’opinione pubblica a decidere da che parte stare: amici o nemici. Un libro pubblicato nel 1996 subito dopo la morte di Cuccioli e l’uscita da San Patrignano, quasi subito dimenticato e che viene trovato dagli autori del docufilm di Netflix “Sanpa” e oggi ripubblicato da Giunti con il titolo “Sampa madre amorosa e crudele”.
Libro che Fabio Anibaldi Cantelli, vicepresidente del Gruppo Abele di Don Ciotti, presenta oggi all’Eden di Arezzo alle 18,30 per il Passioni festival con il direttore del Serd di Arezzo Marco Becattini.
Un viaggio nella tossicodipendenza con la lucidità di chi è riuscito a “guardarsi da fuori” e decidere di guarire nel corpo e nell’anima, l’ingresso nella comunità di San Patrignano fondata da Vincenzo Muccioli, l’amore e la stima verso un uomo che gli ha salvato la vita con ogni mezzo, nonostante le fighe e le ricadute. Dodici anni in comunità fino a diventarne portavoce come ufficio stampa, fino alla morte di Vincenzo, fino alla rottura con la famiglia Muccioli. Un lucido racconto di un uomo come Muccioli visto nella sua complessa umanità, di una tossicomania affascinante e distruttiva, di un metodo che ha sfiorato l’utopia ma che funzionava, dell’ombra nera dei processi per violenze e per l’omicidio Maranzano.
Alle 21 evento dedicato alla sanità pubblica con i professionisti della Asl che testimonieranno il loro anno e mezzo con il Covid tra numeri, dati, storie. In collegamento Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'istituto Spallanzani di Roma e in presenza il direttore generale della Asl Antonio D'Urso, i primari dei reparti impegnati nell'emergenza, responsabili del 118 coordinati dal giornalista Luca Caneschi. Ma prima di tutto la proiezione del corto della Poti Pictures “Uonted!”, con Daniele Bonarini (regista), Michele Grazzini (produttore) e gli attori Paolo Cristini e Tiziano Barbini.
Cantelli spiegherà quale era il "metodo Muccioli", come si viveva a San Patrignano, l'assenza dello Stato nell'affrontare il problema dell'eroina, l'Italia spaccata in due tra chi amava e chi odiava Muccioli durante il processo "delle catene" e la verità sull'omicio Maranzano. La riuscita di un sogno quasi utopico che ha salvato migliaia di ragazzi. La grandezza e la fragilità di un uomo che alla comunità ha sacrificato anche la propria vita ma al quale molti non hanno perdonato violenze, sequestri, punizioni nel "reparto macelleria". Una storia divisiva dove tutto non può essere bianco o nero e che dopo 26 anni anni, forse necessari per prenderne le distanze e guardarla nella sua interezza, resta ancora oggi una pagina italiana.