Arezzo, 17 ottobre 2012 - METTIAMOCI d’accordo: una carriera politica di due o tre decenni, un cursus honorum fatto di esperienze e di scalini progressivamente saliti, può farsi appiccicare addosso l’etichetta di rottamando? Contano ancora la gavetta e l’esperienza maturata sul campo e messa al servizio dei nuovi volti? Oppure chi ha dato è già da mettere in quiescenza?
Domande imbarazzanti soprattutto in tempi in cui si tende a fare di ogni erba un fascio. Ma non c’è dubbio che anche ad Arezzo e provincia, nonostante un rinnovamento che è già cominciato (l’esempio è la bassissima età media della giunta e del consiglio comunale del capoluogo), i volti della politica siano sempre gli stessi o quasi. Una volta li troviamo in Comune e un’altra in Provincia, una volta a capo di una partecipata e un’altra alla testa di un’azienda pubblica o di un’Agenzia, magari un turno di riposo e poi di nuovo in sella a occupare incarichi e a riscuotere prebende.
IN QUESTO BREVE viaggio, che non vuole essere una crocefissione per nessuno, andiamo dunque a scoprirli quelli che chiamano «vecchi» dinosauri e che affollano la politica aretina, chi dalla prima repubblica, chi dagli esordi della seconda. Non scherzano i parlamentari del Pd. Rolando Nannicini è deputato dal 2001 e conclude l’anno prossimo il suo terzo mandato (ma il secondo è durato due anni); per dieci anni è stato sindaco di Montevarchi. Lunga anche la carriera di Donella Mattesini, parlamentare alla prima legislatura ma in precedenza assessore provinciale, consigliere comunale, vicesindaco dal 2006 al 2008.
In consiglio comunale siede praticamente da sempre Alessandro Arcangioli, consigliere provinciale della Dc a fine anni Settanta, poi a Palazzo Cavallo ininterrottamente dagli anni Ottanta a oggi. Inquilini di lungo corso sono anche Luigi Lucherini, arrivato settantenne alla politica ma sindaco dal 1999 al 2006 e poi consigliere; e Gianni Cantaloni. In Provincia troviamo Mauro Cantelli, che è stato assessore provinciale comunista, poi sindaco di Foiano; e pure Giuseppe Alpini, oggi presidente del consiglio e per due mandati sindaco a Castiglion Fiorentino. In Regione i rappresentanti del Pd hanno una lunga carriera alle spalle: Vincenzo Ceccarelli, eletto nel 2009, è stato per due lustri sindaco di Castel San Niccolò e per altri due presidente della Provincia dopo un intermezzo da segretario provinciale degli allora Ds. Il collega Enzo Brogi, prima di approdare a palazzo Panciatichi, è stato sindaco di Cavriglia per due consigliature.
FRA I SINDACI in carica, come dimenticare il foianese Franco Parigi, già presidente della Provincia e anche in passato primo cittadino di Foiano. Terreno fertile nelle aziende partecipate, a cominciare da Luigi Polli, presidente della Coingas e dirigente politico fin da bambino. In consiglio comunale dall’85, è stato presidente della Usl 23, poi assessore al bilancio e vicesindaco. Nell’aula consiliare ci è tornato anche dal 2006 al 2011 prima di accomodarsi a Coingas. A proposito di metano: lo chiamavano lo zar, è Alberto Ciolfi che per un quindicennio ha ricoperto la carica di presidente dopo essere stato dieci anni sindaco di Capolona. Non essendo sazio, ha annunciato proprio ieri la sua candidatura alle primarie del Pd per diventare sindaco sempre a Capolona.
Quanto a sindaci ed ex, il pensiero va ad Albano Bragagni, il pievano anticasta che ha eliminato stipendi e rimborsi in quel Comune dove ormai risiede in pianta quasi stabile, con brevi intervalli fra un mandato e l’altro. Un pensierino pure a Carlo Pasquini che dopo aver a lungo guidato Terranuova ora è solo consigliere comunale: per un pelo, visto che alle elezioni si era presentato per conto suo arrivando a un’incollatura da Amerighi. Un altro pensierino va a Luigino Sarti, di Sansepolcro: era sindaco del fu Psi e a vent’anni dal Raphael non si smuove dal consiglio comunale, passando da una lista all’altra.
Tra gli immortali un posto di riguardo se lo merita Paolo Nicchi, consigliere comunale già nell’85, assessore alla cultura con Vannucci, vicesindaco con Paolo Ricci dal ’95 al ’99, oggi presidente della Fiera Antiquaria (ma l’incarico non è retribuito). Un altro highlander è Antonio Boncompagni, giovanissimo consigliere comunale con la Dc, poi vicepresidente della Provincia, di recente nominato presidente di Aisa. Sulla buona strada anche Gilberto Dindalini, storico sindaco di Civitella della Chiana (lasciò le redi al cugino Max), poi consigliere provinciale e segretario dei Ds, attualmente alla presidenza di Arezzo Casa.
Promette bene Paolo Ricci, sindaco di Arezzo dal ’95 al ’99, a capo di Nuove Acque sia pure in scadenza (e ha detto che la cosa non lo interessa più). Potrebbe passare il testimone a un altro dalla scorza dura, Paolo Nannini, che è stato sindaco a Bucine per poi volare alla prestigiosa guida dell’ Ato 4 e che per adesso è ai box.
DULCIS IN FUNDO Ilio Pasqui, uno di poche parole ma che ha sempre contato e parecchio: sindaco di Cortona, consigliere regionale per dieci anni, oggi tesoriere toscano del Pd. L’ultimo incarico lo ha soltanto sfiorato: era il designato per la presidenza dell’Eaut, che sta per ente irriguo Umbria-Toscana, pareva tutto fatto ma lo ha bruciato la rivolta dei sindaci della Valtiberina. Un segnale anche per qualcun altro?
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