Aria condizionata difettosa: “Trenta gradi nel reparto di chirurgia dell’ospedale”

Bibbiena: la denuncia arriva dal sindacato Nursind. “La situazione è diventata insostenibile”

Caldo insopportabile all'interno dell'ospedale di Bibbiena (Foto di repertorio)

Caldo insopportabile all'interno dell'ospedale di Bibbiena (Foto di repertorio)

Bibbiena (Arezzo), 18 luglio 2024 – Temperature intorno ai 30 gradi e situazione insostenibile all’interno del reparto di medicina-chirurgia dell’ospedale Casentino di Bibbiena. La denuncia arriva direttamente dal sindacato degli infermieri, il Nursind. Caldo torrido causato dal malfunzionamento dell’impianto di aria condizionata, ormai vecchio e difettoso.

Claudio Cullurà
Claudio Cullurà

Durante l’estate, si spiega dal sindacato delle professioni infermieristiche, “il caldo all’interno del reparto e di numerosi ambulatori è insopportabile, anche complice l’alto tasso di umidità. Il colmo si è raggiunto l’altra sera, quando all’interno della medicheria del reparto di medicina-chirurgia il termometro del ventilatore, peraltro acquistato dai lavoratori, ha fatto registrare il dato record di 30 gradi”.

"Si tratta di una situazione insostenibile - commenta il segretario territoriale Claudio Cullurà -. I colleghi ci raccontano di essere costretti a lavorare con le divise attaccate alla pelle e la biancheria intima inzuppata di sudore. Dal momento che l’impianto di riscaldamento e raffreddamento è vecchio e non funziona a dovere, dobbiamo sopportare queste condizioni disumane, che mettono a rischio la salute e dei pazienti e la nostra”. 

Il Nursind fa sapere che più volte l’azienda ha inviato dei manutentori a controllare la situazione, ma la risposta è sempre la stessa: il caldo è dovuto al fatto che vengono lasciate le finestre aperte. “Ma è tanto difficile - conclude Cullurà - capire che gli operatori sono costretti a spalancare le finestre perché l’impianto di condizionamento non è adeguato e altrimenti nel reparto si rischierebbe di soffocare, tenendo conto che l’umidità sfiora l’80 per cento e che il personale si muove continuamente da una parte all’altra, con una sensazione di calore e quindi di disagio fortissima? Purtroppo questo problema non è nuovo: già l’anno scorso avevamo segnalato disagi simili, ma non sono stati posti in essere interventi risolutivi. Adesso è il momento di agire”