
Vanessa Bonatti
Castelfranco Piandiscò (Arezzo), 30 aprile 2023 – Una caccia all’uomo fulminea e che ha dato i frutti sperati. E’ stato arrestato nel giro di un’ora e dovrà rispondere di omicidio stradale pluriaggravato dall’omissione di soccorso e dalla fuga Marco Vestri, il cinquantacinquenne residente a Piandiscò responsabile dell’investimento mortale di Vanessa Bonatti.
L’indagine è partita in contemporanea con il tentativo di darsi alla macchia del valdarnese ed ha visto il lavoro sinergico tra i militari e gli agenti della Polizia Municipale.
A poche centinaia di metri dal luogo dell’incidente, infatti, risiede Fabrizio Sarri, vicecomandante dei vigili urbani di Figline e Incisa. Era a casa, libero dal servizio, ieri mattina al momento del terribile schianto e, appena ha udito il frastuono, si è subito precipitato all’esterno dell’abitazione, tra i primi ad accorrere in via del Varco per rendersi conto di cosa potesse essere successo.
Poco dopo sono arrivati anche un agente della municipale del Comune Unico, in zona per servizi di routine, e gli uomini dell’Arma della Compagnia di San Giovanni Valdarno e il team interforze ha provveduto in prima battuta ad acquisire le testimonianze di chi aveva assistito alla scena.
E proprio prendendo spunto dalle dichiarazioni raccolte è stato possibile risalire alla marca della vettura, una Opel Meriva, al relativo numero di targa e soprattutto alla direzione imboccata dal fuggitivo, che aveva svoltato verso Piandiscò.
I due agenti non hanno perso tempo e si sono messi all’inseguimento scoprendo in breve dove era stata lasciata l’auto. Non poteva essere lontana perché uno dei pneumatici si era lacerato nell’urto con il marciapiede dove si trovava la vittima. Fatto qualche chilometro la ricerca ha prodotto l’esito auspicato con il ritrovamento della Opel abbandonata nel parcheggio di un distributore di carburanti alle porte del capoluogo piandiscoese.
Del pirata della strada, però, nemmeno l’ombra ma da una rapida ricognizione apparivano evidenti i segni dell’incidente, comprese alcune tracce biologiche rimaste sulla carrozzeria.
Un’operazione di squadra. Di pari passo con il rinvenimento del mezzo i Carabinieri scorrevano le immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private e i dati identificativi della macchina venivano incrociati con la centrale figlinese della Pm consentendo alla fine di dare un nome e cognome all’intestatario.
Insomma, quanto bastava alle forze dell’ordine per presentarsi a casa dell’investitore che attendeva fuori del portone e non ha opposto resistenza al fermo. Pare che all’inizio abbia detto soltanto di aver bucato una ruota. Accompagnato in caserma, è stato sottoposto ad una serie di accertamenti di laboratorio per capire se si fosse messo al volante ubriaco, perché quando è stato rintracciato, come hanno riferito gli inquirenti, all’apparenza sembrava sotto gli effetti dell’abuso di sostanze alcoliche. Peraltro l’uomo ha precedenti specifici per guida in stato di ebbrezza e fino a pochi mesi fa aveva la patente sospesa.
Provvedimento temporaneo perché allo stato attuale ne ha la piena disponibilità. Il magistrato inquirente ha disposto nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari.
Maria Rosa Di Termine