FRANCESCO TOZZI
Cronaca

Abb, niente accordo. Salta l’intesa azienda-sindacati su cassa e uscite

Doccia fredda per l’azienda di San Giovanni dopo i 33 licenziati via mail. Si rimanda a dicembre

Una manifestazione. davanti all’Abb: oggi un. vertice sugli ammortizzatori sociali

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San Giovanni (Arezzo), 29 novembre 2024 – Fumata nera per Abb. Sarà necessario un nuovo incontro tra parti sociali e azienda per gestire la trattativa sugli ammortizzatori sociali in luogo della procedura di licenziamento collettivo per 33 dipendenti a tempo indeterminato prospettata dalla proprietà lo scorso 14 novembre. Le Rsu di Abb E-Mobility, insieme a Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, dopo il vertice di ieri mattina con l’azienda, hanno fatto sapere che “sono stati affrontati aspetti tecnici che hanno evidenziato alcune distanze tra le parti. Il confronto entrerà più nel dettaglio nel prossimo incontro previsto nella mattina del giorno 5.12.2024 al quale seguirà un ulteriore comunicato per eventuali aggiornamenti”.

Siamo ancora in una fase interlocutoria, oltre che delicata, in cui sul tavolo si ragiona soprattutto di aspetti tecnici. Ma per il momento la quadratura del cerchio non è stata trovata e si scenderà nel dettaglio la prossima settimana. Nel frattempo si è tenuto a San Giovanni l’atteso Consiglio comunale con all’ordine del giorno le comunicazioni del sindaco alla cittadinanza sullo stato della vertenza. Valentina Vadi ha sottolineato come l’azienda ad inizio mese abbia comunicato ai lavoratori che la multinazionale nel suo complesso ha investito molto e si è specializzata nella vendita di nuovi prodotti, ma al contempo questa crescita si è inserita in un contesto internazionale di difficoltà per il settore dell’elettrico.

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Per questo motivo il Ceo di Abb ha prospettato una manovra fatta di tagli ai costi vivi del gruppo, rappresentati dal personale dipendente. Per lo stabilimento di San Giovanni questo si sarebbe tradotto nel licenziamento di 33 lavoratori della cosiddetta “operation”, ossia personale impiegatizio di varia natura, senza intaccare il settore della ricerca e sviluppo e la produzione.

Dopo lo sciopero del 18 novembre, il colosso della green economy ha manifestato un’apertura al dialogo. “In questa fase - ha sottolineato Vadi - dobbiamo supportare i sindacati rimanendo cauti e prudenti e allo stesso tempo chiedere che l’azienda faccia chiarezza sulle strategie da attuare sul sito di San Giovanni, se necessario chiedendo l’intervento della Regione”. L’opposizione si è dimostrata invece insoddisfatta, soprattutto dopo la bocciatura delle due mozioni presentate da San Giovanni Civica che chiedevano di istituire un tavolo istituzionale sulla crisi dello stabilimento e di convocare una seduta aperta del parlamentino di fronte ai cancelli della fabbrica. “La scelta della maggioranza è purtroppo gravissima - ha tuonato il gruppo guidato da Lisa Vannelli - inspiegabile e lesiva per i lavoratori che rischiano di essere licenziati e per avere chiarezza sul futuro dell’azienda. Siamo sincerante molto preoccupati e faremo tutto ciò che la legge ed i regolamenti comunali ci permettono per far sì che tutti in questa crisi si assumano le loro responsabilità”.