Monte San Savino (Arezzo), 17 settembre 2024 – Aveva rischiato la vita per aver ingerito del detergente. Adesso arriva il colpo di scena nel giallo di ferragosto: il giovane ritrovato inerme a terra nella sua officina di Monte San Savino sarebbe stato costretto a bere il liquido. Si tratta di acido muriatico. La Procura di Arezzo indaga: la vicenda è ancora tutta da chiarire ma le ipotesi di reato vanno dalle lesioni gravissime al tentato omicidio.
L’episodio risale al mese scorso. Era ferragosto quando il ragazzo, 29 anni, di origini pakistane, era finito all’ospedale per le gravi ustioni alle bocca e agli organi interni. Aveva bevuto del liquido detergente per le auto nell’officina in cui lavorava a Monte San Savino, in località Costa del Molino. I sanitari lo avevano ritrovato in condizioni gravissime e per questo era stato trasferito, dopo la lavanda gastrica, dal Sab Donato di Arezzo al Cisanello di Pisa. Il ragazzo ha rischiato di morire ed era finito in coma: si è svegliato solo qualche giorno fa. Ancora adesso è provato. Non si è ancora ripreso del tutto.
Da ciò che trapelava all’inizio sembrava un incidente, che si fosse solo confuso, magari pensando fosse acqua, forse per il caldo di quei giorni, e invece no: l’episodio sembra adesso ben più complesso e cruento. Nell’officina c’era anche un altro uomo, si conosceva con il ragazzo ma i rapporti nell’ultimo periodo si erano incrinati. L’altra persona, sempre straniero, qualche anno più grande, non era un lavoratore dell’impianto, non sarebbe dovuto essere lì, e invece c’era, per incontrare quello che era un suo amico, almeno un tempo. Tra i due è scattato un litigio e poi dalle parole, si sono prima strattonati, e forse sono arrivate le botte: quel che è certo è che il lavoratore nella serata di ferragosto, è finito a terra. Gravemente ferito. Aveva bevuto acido muriatico.
La trama di quel che è accaduto non è ancora chiara nei contorni. Tra gli interrogativi c’è anche il movente ma sono tanti i nodi da sciogliere: perché è scattato il diverbio? Perché voleva ucciderlo? Bocche cucite da parte degli investigatori. I carabinieri della Compagnia di Cortona stanno portando avanti gli accertamenti e stanno ancora riscontrando quando è emerso dalle persone che finora sono state ascoltate dagli inquirenti. I militari dell’Arma erano presenti anche sul luogo del fatto dopo la segnalazione. Con loro era intervenuto il 118 ma anche il personale della Prevenzione igiene e sicurezza sul lavoro dell’Asl visto che lì per lì si pensava fosse un incidente sul lavoro. Come detto la situazione potrebbe essere ben diversa. Ancora siamo in fase di indagini.
Intanto lo scorso 6 settembre si è svolto l’incidente probatorio dove è stato ascoltato, come persona informata dei fatti, il datore di lavoro dell’officina. Dal punto di vista procedurale. Si tratta di una prova congelata: quanto emerso potrà essere utilizzato nel corso del dibattimento, qualora si arrivasse a processo. Intanto ci sono degli indagati. Uno è il datore del lavoro che però non è sospettato dell’aggressione ma di reati legati alla sicurezza del luogo di lavoro. E anche di falsa testimonianza: ha cambiato versione davanti al Pm Julia Maggiore. Ben più gravi sono invece le indagini a carico di un terzo uomo, arrivato nell’officina per parlare con quelll che sarà poi la sua vittima. Le ipotesi vanno da lesioni gravissime a tentato omicidio.