LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Addio al cognome di mio padre: ora sono libero"

Anis ritira oggi la nuova carta di identità, lo lega alla mamma uccisa. "Lei e la nonna pensavano agli altri. La furia? Può scattare ovunque"

"Addio al cognome di mio padre: ora sono libero"

Anis oggi ha 18 anni: ha visto il padre uccidere a coltellate la madre e la nonna

Oggi Anis ritira la sua nuova carta di identità. Sopra c’è il cognome della madre che ora diventa il suo: Ruschi. Scompare quello che ha portato dalla nascita, il cognome del padre Jawad Hicham, in carcere con una condanna all’ergastolo per aver ucciso con 23 coltellate la moglie Sara, 35 anni e la madre Brunetta Ridolfi nell’appartamento che affaccia su Porta San Lorentino. Lui quella notte c’era, ha visto tutto e soccorso la madre, ha chiamato l’ambulanza e messo in salvo la sorellina di due anni. Porta quella notte nei suoi giovani anni (ha festeggiato da qualche mese il diciottesimo anniversario) e in quelli che verranno ma ricomincia dal documento che lo identifica e nel suo caso, segna un nuovo inizio.

Anis perchè questa scelta?

"Mio padre per me non esiste più. Avevo deciso di cambiare cognome già prima della tragedia e ora lo vivo come una sorta di liberazione, una presa di distanza definitiva da chi ha ucciso mia madre e mia nonna".

Cosa ricordi di Sara?

"Il suo sorriso, la sua passione per la pittura e il disegno. Nella mia camera ho tutti i suoi quadri alle pareti".

In questi giorni dedicati alla riflessione sulla violenza contro le donne cosa provi?

"Penso a mia madre e alla nonna, loro hanno sempre dato priorità agli altri. Si occupavano di tutti noi, di chi avevano accanto anzichè di loro stesse. È giusto che si ricordino tutte le donne che hanno avuto il coraggio di dire basta a chi voleva soggiogarle".

Tu che hai vissuto la violenza nella sua forma più estrema, come valuti un fenomeno che sta crescendo. Anche ad Arezzo aumentano le richieste di aiuto. Cosa serve?

"Ciò che noi pensiamo possa essere solo la trama di un film, accade realmente nella vita di tutti i giorni. E può succedere a tutti, nessuno escluso. Bisogna prenderne coscienza".

Come si affronta e si combatte?

"Non dobbiamo mai dare niente per scontato, nè pensare che a noi non possa accadere. Ed è importante monitorare i segnali che cogliamo e anche in questo caso non sottovalutarli mai. Quando c’è qualcosa che non va in famiglia, occorre prestare attenzione e seguirne l’evoluzione, prima che qualsiasi atteggiamento, possa degenerare in atti di violenza e abusi. È sbagliato dire, beh le cose si aggiusteranno, perchè se un uomo maltratta una donna, lo farà sempre. Meglio stare in allerta".

Come è la tua vita adesso?

"Ho scoperto tanti aspetti positivi che non avevo mai conosciuto. Ho ritrovato il mio equilibrio e riacquistato serenità. Ho aperto un mio conto corrente, ora mi sento libero di costruire il mio futuro. Vivo con il nonno che è una roccia anche se questa tragedia ha segnato profondamente tutti noi. Ho amici nuovi, frequento il quarto anno del Margaritone, mi piace studiare".

Che progetti hai?

"A breve riprenderò lo stage in una ditta specializzata in pneumatici. Penso che diventerà il mio lavoro dopo il diploma, anche se non escludo di continuare gli studi".

Riuscirai mai a perdonare tuo padre?

"No. Lo avrei fatto se lui avesse accettato ciò che ha commesso, invece continua a negarlo. Vuol dire che di me, mia sorella, mia madre e la nonna non gli è mai interessato nulla".