Alberto Pierini
Cronaca

Addio Poggio del Sole: il centro chirurgico verso un'unica sede da 100 posti

L'ampliamento dei ricoveri è imminente ma c'è già il progetto di dirottarli sulla struttura sulla Casentinese. Il direttore Tenti: "Le richieste della Usl sulla sicurezza lo impongono"

Stefano Tenti tra il personale del centro chirurgico

Arezzo, 24 gennaio 2018 - Nuova clinica Paradiso? Come il cinema da Oscar la mitica Poggio del Sole rischia di chiudere. Beninteso: ora è apertissima e lo sarà ancora per parecchi mesi. Però il processo è avviato. A girare la chiave per l’ennesima svolta della sanità aretina è sempre lui, Stefano Tenti, il direttore del centro chirurgico. E insieme anche l’alleato di ferro dell’altro polo chiave per le corsie private, la San Giuseppe. Insieme un gigante da oltre tredicimila interventi e migliaia di ricoveri.

Una fetta dei quali passa ancora da lì, da quella palazzina elegante che sta faccia a faccia con la Stazione, costruita nel 1924 e proprietà di una delle grandi famiglie aretine, la Tanganelli. Ma? «Abbiamo chiesto l’autorizzazione prima di tutto ad ampliare i nostri posti letto e questo sarà operativo nel giro di una ventina di giorni. E poi a poter ampliare la struttura moderna di via dei Lecci». Lungo la Casentinese, sede perfetta se non fosse per le inondazioni periodiche di quella strada, circondata da un rete di alloggi e B&B da fare invidia a Venezia.

«E’ stata la Usl stessa – spiega Stefano Tenti – a invitarci a rifare gli impianti dei gas medicali e e il certificato di vulnerabilità sismica». Fatto, si direbbe in termini elettorali. «Però è chiaro che un intervento risolutivo su una palazzina come quella è diseconomico rispetto all’ampliamento di una struttura moderna». Una commissione li aveva invitati addirittura ad anticipare il trasloco, non c’è questa emergenza. Ma il progetto è chiaro. «Dal Comune è arrivato un ok di massima, sempre che rimaniamo nei limiti del vecchio piano strutturale».

Sulla carta la sede di periferia ha le potenzialità intorno per andare ben oltre l’ampliamento di un terzo chiesto dal privato. Ma quello sarà un eventuale sviluppo futuro. «Intanto passiamo a 95 posti: 65 in via dei Lecci più 10 di day hospital più i 20 del Poggio del Sole. Ma con la prospettiva già definita di portare tutti sulla Casentinese nel più breve tempo possibile. E’ chiaro: la formula, fuor di burocrazia, equivale ad un calendario lungo. ne passeranno ancora di stagioni nelle quali mantenere il punto di riferimento forte della vecchia, nobile clinica aretina. E poi vedremo.

Il ritorno alla proprietà, certo, potrebbe sfociare anche in una nuova destinazione sanitaria. «Beh, la vedo improbabile – commenta Tenti – visto che a noi la Usl chiede il contrario». Ma ammette un pizzico di rimpianto. «Lì’ dentro sono nate generazioni di aretini: e da aretino so che sarebbe un’altra pagina a chiudersi». Non si chiude ma si apre un’altra stagione di una realtà in continua crescita da anni.

Sanità privata e sanità pubblica convivono ovunque. Ma qui siamo al terzo polo toscano in assoluto, ad un aumento di personale quasi raddoppiato negli anni, ad un numero di prestazioni che lievita insieme agli arrivi da fuori regione. Anche se le regole imposte dalla sanità pubblica pongono proprio su questo punto un tetto insormontabile.

Attualmente i dipendenti sono oltre 200, più una trentina di liberi professionisti di vario tipo e circa 150 chirurghi anche loro ovviamente non dipendenti ma che vengono qui a operare periodicamente da mezza Italia. E che tra un anno o forse due sarà tutto concentrato in un vero ospedale parallelo: a quel punto con tetto a circa 95/100 posti, più il primo soccorso.

E al quale aggiungere l’altra metà del cielo privata, quella della San Giuseppe, con numeri ancora leggermente superiori. Parola d’ordine? Beh, continuare a mettere al centro la sanità pubblica. E magari evitare che possano essere le sue «crepe» a rinvigorire quella privata; che del resto non ne avrebbe neanche tanto bisogno.