Federico D’Ascoli
Cronaca

Adozione in Cina, dopo 4 anni “il nostro Simone è arrivato a casa”

Parla Francesco Zangrillo che insieme alla moglie Monica Maffei non si è mai arreso di fronte alle lungaggini burocratiche e diplomatiche con la Repubblica Popolare: “Nostro figlio si è già ambientato nella nuova realtà”

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Francesco Zangrillo e Monica Maffei con Simone, il figlio adottivo che hanno atteso dall’inizio del 2020

Cavriglia, 11 dicembre 2024 – “Il nostro Simone finalmente è a casa”. L’attesa di Francesco Zangrillo e Monica Maffei è durata oltre 1700 giorni ma finalmente hanno potuto abbracciare il loro figlio adottivo bloccato prima dal Covid e poi da una serie di paradossali ostacoli burocratici e diplomatici hanno trattenuto Simone in un orfanotrofio in Cina. L’adozione internazionale si stava perfezionando nel febbraio del 2020 poi la pandemia scoppiata a Wuhan ha bloccato tutto: ora finalmente la bella notizia che la coppia di Cavriglia attendeva, senza aver mai perso la speranza di poter accogliere il loro bambino.

“Siamo rientrati dalla Cina il 20 novembre e abbiamo impiegato queste settimane a cercare un po’ di armonia familiare con Simone che si è subito trovato in sintonia anche con le nuove abitudini e con i luoghi che da ora saranno la sua nuova casa – spiega Francesco Zangrillo – è stato un viaggio incredibilmente emozionante che abbiamo vissuto istante per istante, esperienza dopo esperienza e luogo per luogo insieme a lui che sin dal primo giorno ci ha mostrato quanto ci stesse aspettando”.

Il primo segnale positivo risale all’estate: il 19 agosto scorso è arrivata la “Pergamena Rossa”, l’ultimo documento previsto dalla burocrazia cinese per arrivare all’adozione: “Nessuno ci ha detto come il tutto si sia incredibilmente e improvvisamente sbloccato, anche in considerazione che da fine agosto la Repubblica Popolare Cinese ha promulgato una legge che non permette più agli stranieri di adottare nel loro Paese – continua Zangrillo – ma pensiamo in maniera convinta che, oltre l’azione istituzionale della Commissione adozioni internazionali, anche l’intervento diretto del governo, con in testa il ministro Tajani, ci abbia portato in Cina”. Per altre famiglie italiane, invece, la storia non ha avuto, almeno per ora, un lieto fine: “Ringraziamo La Nazione per averci seguito e di aver dato voce al nostro dolore nei momenti in cui ne avevamo bisogno per sensibilizzare chi poteva aiutarci e ringraziamo anche tutti quelli che tra parenti e amici ci sono stati veramente vicini”.

“Non dimenticheremo mai Stefania e Giovanna due magnifiche operatrici dei servizi sociali di San Giovanni che sin dall’inizio del calvario nel 2020 non hanno mai smesso di interessarsi a noi e raccogliere i nostri sfoghi e le nostre lacrime, grazie al sindaco di Cavriglia Leonardo Sanni che si è sempre impegnato a sostenerci e grazie anche a Vanessa, Laura, Monia e Marco dello staff dell’ente che ci ha seguito per l’adozione, il Naaa Onlus, che tra gli alti e bassi della nostra procedura adottiva non ha mai mancato di professionalità e di umanità nei nostri confronti, anche davanti al muro di gomma alzato dalle autorità cinesi negli ultimi tre anni”.

Quello di Simone e dei suoi nuovi genitori sarà finalmente un Natale felice.