GAIA PAPI
Cronaca

Aggressioni, è allarme. Un caso ogni 4 giorni. Infermieri i più colpiti. La denuncia della Cgil

"Siamo diventati la cartina di Tornasole di un malessere profondo". Il sindacato ora chiede "il potenziamento delle assunzioni". .

"Siamo diventati la cartina di Tornasole di un malessere profondo". Il sindacato ora chiede "il potenziamento delle assunzioni". .

"Siamo diventati la cartina di Tornasole di un malessere profondo". Il sindacato ora chiede "il potenziamento delle assunzioni". .

Centonovantuno aggressioni nella Asl Tse, di cui la metà in provincia di Arezzo. "Se i numeri da soli non sono in grado di raccontare le cause del malessere, suonano però l’allarme" commenta Gabriella Petteruti, dirigente della Fp Cgil. Nel 2024 sono state 191, con una leggera flessione rispetto all’anno precedente quando erano state 229. La categoria più colpita è quella degli infermieri 123 sono stati gli aggrediti, seguono i medici (32) e gli Oss (15). Quindi i tecnici sanitari (10). Non c’è figura professionale che non abbia subito un’aggressione. Nella lista nera figurano assistenti sociali, ostetriche, amministrativi. "Le aggressioni sono la cartina al tornasole dei guasti della sanità pubblica - continua Petteruti, dirigente della Fp Cgil -. Studi condotti da Censis e pubblicazioni Inail puntano il dito verso l’organizzazione, la carenza di personale e l’ipertrofica burocrazia dei servizi pubblici. Il personale sanitario condivide la stessa frustrazione vissuta dalle persone di cui si prende cura". "È un errore – commenta Antonia Bosco, infermiera alla Fratta e candidata Fp alle elezioni per la Rsu - pensare che le aggressioni siano solo un problema di ordine pubblico. In realtà le donne e gli uomini della sanità finiscono per essere i terminali di tutto ciò che non funziona in questo settore. Ed è qui che bisogna incidere puntando su migliori condizioni contrattuali e di lavoro del personale e quindi sulla migliore qualità dei servizi che devono essere offerti ai cittadini". La Fp Cgil non condivide le scelte del Governo che "con l’ultima proposta di rinnovo contrattuale sta affermando che per guadagnare di più è necessario lavorare di più. Si punta di fatto esclusivamente su attività aggiuntiva, detassazione dello straordinario per il solo personale infermieristico e aumento del numero delle reperibilità". No della Fp Cgil a quella che viene definita la "falsa" settimana corta. Petteruti spiega: "Siamo di fronte a 36 ore di lavoro concentrate in 4 giorni. Questa è la strada per rendere sistematiche le criticità della sanità italiana. L’inasprimento delle pene verso l’aggressore, introdotto dalla normativa non è una risposta ed è segno di grande debolezza. Serve, invece, un piano straordinario di assunzioni, miglioramenti nell’organizzazione del lavoro e meno burocrazia".