CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Agnello nato nel presepe. Dopo il lieto evento ecco la richiesta di affido

La proposta è rivolta anche alla mamma e a tutta la famiglia di pecore . La presidente D’Angelo: "Speriamo di ricevere presto una risposta positiva". .

Che l’agnellino nato durante il presepe vivente di Gricignano a Sansepolcro non finisca ora nell’anonimato e quindi vittima della sorte che lo attende nel contesto di un’azienda agricola. Lo dice la Rete dei santuari di animali liberi, chiedendo che il piccolo, la mamma e la famiglia proseguano la loro vita in libertà. "È stato un evento unico, una bella sorpresa, siamo rimasti tutti emozionati e ciò ha reso ancor più magica l’atmosfera del nostro presepe vivente. Lo abbiamo visto come un segno del destino, a dimostrazione del fatto che nella nostra rappresentazione è tutto reale. È stato un dono della natura, ora stiamo pensando di adottare questo animalino". Così Bruno Bellucci, presidente della Proloco di Gricignano che ha promosso la sacra rappresentazione, aveva commentato la nascita dell’agnellino proprio al momento dell’inaugurazione dell’evento, il giorno di Santo Stefano; una nascita seguita anche dal sindaco Fabrizio Innocenti. Per esaudire il desiderio della Proloco e del suo presidente, intenzionati ad adottare l’agnellino, interviene la Rete dei santuari di animali liberi in Italia: "Siamo disponibili a prendere in affido il cucciolo con la sua mamma, insieme alle altre pecore presenti nel presepe – dichiara la presidente, Sara D’Angelo – perché la storia di questa nascita, avvenuta proprio davanti alla grotta della Natività, ha commosso tante persone che ci hanno chiesto di intervenire: l’agnellino, la sua mamma e tutta la famiglia delle pecore potranno vivere liberi per sempre in un rifugio per animali.

Speriamo di ricevere presto una risposta positiva, come tanti cittadini ci stanno chiedendo. In occasione di questa nascita, vorremmo poter accogliere nei nostri rifugi anche gli altri animali presenti nel presepe di Gricignano, quindi anche il bue e l’asino, le capre, le oche, i conigli e tutti gli altri: una decisione che rappresenterebbe davvero uno straordinario inno alla vita nella festa della Natività".

Un invito che la Rete dei santuari di animali liberi estende anche alle autorità istituzionali, a iniziare dallo stesso sindaco. I primi santuari in Italia sono nati alla fine degli anni Novanta. La Rete dei santuari di animali liberi, costituita nel 2012, ne riunisce una ventina, molti dei quali in Toscana, che ospitano più di 2mila animali salvati dallo sfruttamento dell’industria della carne, ma anche del divertimento e della sperimentazione animale. "Molti degli animali accolti - conclude Sara D’Angelo - sono proprio pecore e capre che finiscono sulle nostre tavole durante le feste natalizie e pasquali".