"Da un anno a questa parte? Non solo le promesse non sono state mantenute ma la situazione è addirittura peggiorata". A dirlo sono l’imprenditore agricolo cortonese Andrea Faralli e il collega senese Fabio Iacomini diventati i referenti del presidio agricoltori della Valdichiana. La protesta è pronta a ripartire e anche questa volta gli agricoltori del territorio torneranno a fare la loro parte partecipando attivamente alla mobilitazione nazionale programmata dal 28 gennaio, praticamente ad un anno esatto da quella che per 18 giorni consecutivi li vide impegnati al Casello dell’A1 a Valdichiana. E la rinnovata protesta ripartirà proprio da lì. Già un centinaio gli agricoltori che hanno dato la propria adesione nella riunione che si è svolta mercoledì scorso. Il presidio della Valdichiana, per altro, ha ufficialmente aderito al Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani (COAPI), sottoscrivendo il documento che chiama alla mobilitazione nazionale il prossimo 28 gennaio. L’obiettivo è chiedere al Governo la dichiarazione dello Stato di Crisi per il settore agricolo e l’attuazione di misure straordinarie per affrontare le gravi difficoltà che attanagliano il comparto. "Dalla Sicilia alla Val D’Aosta, i problemi sono gli stessi: dagli ortaggi, alla frutta, ai cereali, alla carne", commenta Iacomini che ha una azienda agricola a Cetona. "Qualsiasi prodotto che si fa ogni anno si commercia a prezzi sempre più bassi mentre i costi per le nostre aziende sono triplicati sia in termini di attrezzature che di materie prime, come concimi o sementi. E mentre la nostra sopravvivenza è sempre più complicata, il carrello della spesa per il consumatore è sempre più pesante. Sono agricoltore di terza generazione, i miei figli oggi lavorano con me e non so che futuro gli sto dando. È per questo che ho deciso di ripartire nella protesta. Sono stanco di sentirmi dire che siamo mantenuti dai contributi europei, perché a mala pena quelli coprono le spese per stare dietro alla burocrazia". Parole confermate anche da Andrea Faralli che nella sua azienda di Cortona coltiva cereali, grano, girasole, erba medica e vino. "Sarà una protesta di pace, ma decisa, vogliamo essere ascoltati", sottolinea Faralli. Vorremmo che anche le istituzioni locali partecipassero e inviteremo i sindaci del territorio a venire ad ascoltare le nostre ragioni". Tra i temi sul piatto oltra alle difficoltà legate alla competitività del settore, c’è la carenza di risorse idriche e l’assenza di interventi strutturali continuano a mettere a rischio il futuro di tante aziende agricole e, con esse, l’intero territorio.
CronacaAgricoltura, scatta il blitz dei trattori: "Dopo un anno, nulla è cambiato. Pronti a presidiare il casello A1"