Doppio appuntamento oggi sulla crisi occupazionale in Valdarno. Dalle 10 alle 12, di fronte ai cancelli dello stabilimento Abb E-Mobility di San Giovanni Valdarno, si terrà l’assemblea convocata dalle sigle sindacali, che hanno indetto uno sciopero di due ore, su vari turni, in segno di protesta contro la decisione dell’azienda di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 33 dipendenti a tempo indeterminato della multinazionale della green economy.
Il polo d’eccellenza di via dell’Energia conta in tutto 371 addetti. Una notizia che nei giorni scorsi ha destato sconcerto e preoccupazione nella comunità valdarnese. Al presidio, organizzato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, ci sarà anche il sindaco della città del Marzocco Valentina Vadi, che ha chiesto "soluzioni alternative alla scorciatoia del licenziamento". Assieme a lei ci saranno anche i rappresentanti delle forze politiche di maggioranza - Pd, Avs, centristi - e il gruppo di opposizione San Giovanni Civica guidato da Lisa Vannelli. Nelle ultime ore si è aggiunta anche Rifondazione Comunista: "Interroghiamoci sul perché grosse aziende possono licenziare così facilmente lasciando i territori sempre più impoveriti, è ora di cambiare rotta" ha tuonato il segretario valdarnese Mirko Vichi. Saranno presenti anche le Liste Civiche, che chiedono un Consiglio comunale straordinario "convocato simbolicamente davanti allo stabilimento" per esporre chiaramente alla cittadinanza cosa possono fare le istituzioni per tutelare i lavoratori.
Ma arranca anche la moda, che per decenni ha garantito lavoro e stabilità a centinaia di famiglie valdarnesi. A Firenze stamani alle 9 è fissato il tavolo regionale convocato dal governatore toscano Eugenio Giani sulla crisi di tutta la filiera, composta anche da metalmeccanica, pulimentatura e galvanica.
"L’allarme lanciato dai sindacati non resterà inascoltato" aveva promesso il presidente della Regione dopo la manifestazione di martedì a Firenze. La moda e il suo indotto occupano in Valdarno 1 famiglia su 4. L’allarme è stata lanciato settimane fa da associazioni di categoria, sindacati e sindaci della vallata, ma il settore soffre da un anno.
Si sono attivati importanti canali di ascolto a tutti i livelli istituzionali: con il sottosegretario al Lavoro Durigon, quello al Mef Freni e la parlamentare Nisini e con gli assessori regionali Marras e Nardini. Tra le richieste, cassa integrazione prorogata al 2025 e maggiore liquidità dalle banche.