REDAZIONE AREZZO

Aisa Impianti, “Un contributo per fare chiarezza su aspetti tecnici e strategici nello sviluppo degli impianti di recupero energetico”

Aspetti tecnici e strategici nello sviluppo degli impianti di recupero energetico – ruoli e responsabilità

Arezzo, 8 ottobre 2024 – “In questi giorni alcuni rappresentanti politici locali hanno contestato il progetto di adeguamento dell’impianto di recupero totale rifiuti di San Zeno, presentato da AISA Impianti alla Regione Toscana a maggio 2024 ed hanno chiesto agli organi competenti di “non esprimersi favorevolmente” spiega il presidente di AISA Impianti Giacomo Cherici.

"Fatta salva la libertà di espressione e la bontà di ogni osservazione se migliorativa, AISA Impianti è una società per azioni di diritto privato il cui consiglio di amministrazione ha il dovere di tutelare azienda, personale e collaboratori. Corre quindi l’obbligo in questo caso di correggere il contenuto delle dichiarazioni inesatte e fuorvianti. Il presupposto di partenza è che Aisa Impianti non può esimersi dal presentare un progetto deliberato dall’Autorità di Ambito e conforme al nuovo piano regionale rifiuti.

Sarebbe un ‘omissione. Di seguito abbiamo riportato l’affermazione inesatta e la nostra risposta. AISA Impianti ha presentato un progetto “triplo” della capacità attuale di combustione. Risposta: è stata presentata la richiesta di mantenimento della linea da 45.000 tonnellate annue, oltre quella da 75.000 già autorizzata ed in fase di costruzione a fianco dell’attuale.

Ciò che è aumentato sensibilmente è la raccolta differenziata dell’organico da cui la produzione di biometano, fatto positivo e ambientalmente rilevante. Mantenere la linea di recupero energetico da 45.000 tonnellate annue sarebbe un disincentivo allo sviluppo delle raccolte differenziate. Risposta: nel Nord Europa, in Austria, in Germania, ma anche nel Nord Italia, la raccolta differenziata ha percentuali altissime contemporaneamente a una dotazione impiantistica molto più sviluppata della Toscana per recuperare energeticamente gli scarti delle raccolte differenziate.

Al contrario ampie aree del Paese e nazioni prive di impianti sono costrette a trasportare i propri rifiuti a distanza, vanificando anche le raccolte differenziate o peggio ricorrere alle discariche. Negli altri ATO della Toscana i livelli di sviluppo della raccolta differenziata sono ben più alti rispetto alla Toscana meridionale, senza peraltro si registrino criticità a livello impiantistico.

Risposta: gli altri ambiti non hanno criticità anche se hanno una potenza di termovalorizzazione più bassa perché fanno uso di una discarica autorizzata per oltre 4 milioni di metri cubi di rifiuti dove vengo smaltiti gli scarti della raccolta differenziata, contrariamente alle indicazioni comunitarie che privilegiano il recupero energetico allo smaltimento in discarica. Il recupero energetico è alternativo alla discarica, non alla raccolta differenziata.

L’utilizzo della linea da 45.000 tonnellate annue sarà consentito a terzi non meglio specificati. I “terzi” non sono altri che il gestore del servizio di nettezza urbana come disciplinato dalla Autorità di Ambito Territoriale Ottimale; oltre a comunità o territori in emergenza come già accaduto in occasione di incendi, Covid19, terremoti e alluvioni. Zero Spreco è un impianto strategico nazionale sotto la disciplina delle Autorità.

Mantenere in esercizio la linea da 45.000 tonnellate anche dopo l’attivazione di quella da 75.000 non può non determinare un aggravio della pressione sull’area, già carica di criticità ambientali e sanitarie. Nella documentazione a corredo dell’istanza di AISA Impianti sono presenti due studi eseguiti nel corrente anno, uno sul carico ambientale e l’altro sugli aspetti sanitari. Entrambi gli studi dimostrano allo stato dei fatti e delle conoscenze che il mantenimento in esercizio della L45 non provoca criticità.

Questi aspetti vengono valutati dalle Autorità e l’Azienda deve ottemperare a ogni richiesta o integrazione che le Autorità ritenessero necessaria. A questo modo solo dopo un’ampia e profonda verifica gli enti preposti possono rilasciare l’autorizzazione. Nulla è lasciato al caso tantomeno all’autonomia di Aisa Impianti. Proprio in questi giorni le Autorità stanno richiedendo le integrazioni che ritengono necessarie.

Da anni continuano a ripetersi le segnalazioni dei cittadini sulle emissioni di cattivi odori provenienti verosimilmente dall’impianto in questione, problema che nel progetto non è stato assolutamente considerato. La contestazione è fuori tema. L’istanza riguarda il mantenimento in esercizio della linea di recupero energetico da 45.000 tonnellate, attiva dal 2000. Le lamentele dei cattivi odori sono del 2022 e 2023, in occasione della rottura di un portellone del compostaggio e prima dell’attivazione del biodigestore che ricordiamo essere una BAT (tecnica migliorativa).

E’ evidente che la termovalorizzazione non causa di maleodoranze. Quando poi si afferma che la questione odori nel progetto non è stata considerata significa che chi lo dice non lo ha letto: abbiamo proposto soluzioni migliorative anche su tale ambito. Infine si ricorda che l’Azienda, in regime di autotutela, effettua proprie indagini e controlli ed ha fatto già investimenti per 1,5 milioni in tutto il reparto di biofiltrazione e compostaggio.

Non si venga a giustificare questo progetto con l’idea che dai rifiuti si produce energia elettrica o che in tale modo la TARI verrebbe diminuita: si tratta di propositi da libro dei sogni. Risposta: oggi produciamo circa 18milioni di kilowattora, pari al consumo di circa 18mila abitanti, e con entrambe le linee arriveremo al fabbisogno di 63mila abitanti. L’energia elettrica prodotta viene venduta ed il ricavato utilizzato per ridurre la TARI, inoltre serve per alimentare tutti gli altri reparti dell’Impianto: selezione, compostaggio, digestione anaerobica.

Senza il recupero energetico l’energia elettrica dovrebbe essere acquistata ed il suo costo a carico dei cittadini. AISA Impianti ha un solo interesse economico: più bruci più guadagni. Risposta: la Centrale svolge un servizio di pubblico interesse con tariffe regolamentate che devono garantire l’equilibrio economico-finanziario, non il semplice profitto economico. L’interesse pertanto non è di AISA Impianti ma della collettività e dell’ambiente.

È ecologicamente giusto rinunciare a 63 milioni di kilowattora da fonte rinnovabile e continuare ad andare in discarica? Oltre al cattivo odore, vi sono problemi di viabilità e mezzi pesanti che passano a qualunque ora perché l’inceneritore continua a funzionare 24 ore/24. Risposta: nei documenti allegati all’istanza, vi è anche uno studio della viabilità e i mezzi scaricano e caricano principalmente di giorno e nei giorni feriali.

Il mantenimento della L45 porterebbe il vantaggio di azzerare i flussi degli scarti in uscita; Tre volte l’incenerimento significa anche rischiare malattie. Ricordiamoci che fu fatta un’indagine epidemiologica nel 2014. Questa indagine riguardava un’area ad alta concentrazione di aziende insalubri e non arrivava a conclusioni. Nel nostro procedimento autorizzativo, successivamente al 2014, sono stati fatti indagini ed approfondimenti che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e delle norme applicabili, non individuano pericoli.

Qualora il Consiglio di amministrazione della Società avesse informazioni circa la possibilità di cagionare danni all’ambiente e/o alla salute, non esiterebbe a fermare l’Impianto. Ringrazio il Lettore che ha avuto la pazienza di leggere fino alla fine e chiedo, nella trattazione di progetti di carattere pubblico evidentemente complessi, una maggiore serenità di giudizio.

Il polo tecnologico di San Zeno è a disposizione per ospitare lo svolgimento del Consiglio Comunale aperto, occasione per conoscere direttamente questa realtà che organizza da tanti anni open day, seminari, concerti, spettacoli e occasioni di incontro e condivisione” conclude Cherici.