"Aiutiamo duemila persone in difficoltà". Il piano d’azione di Caritas e parrocchie

La Caritas di Arezzo si impegna a sostenere le famiglie in difficoltà, promuovendo l'inclusione sociale e la vita indipendente per evitare la povertà strutturata. Ogni anno oltre 2000 persone chiedono aiuto, evidenziando una situazione complessa e multiproblematica.

"Aiutiamo  duemila persone in difficoltà". Il piano d’azione di Caritas e  parrocchie

"Aiutiamo duemila persone in difficoltà". Il piano d’azione di Caritas e parrocchie

Un ulteriore impegno verso le famiglie che si trovano in difficoltà e che rischiano di comprimere qualità di vita e benessere. Si tratta di quella vasta fascia sociale ribattezzata "zona grigia" fatta in buona parte di persone italiane, disoccupati, inoccupati, con precaria condizione lavorativa o "working poor". Il progetto coinvolge, oltre al Centro di Ascolto diocesano di via Fonte Veneziana, 42 Caritas parrocchiali sparse nel territorio. "Lo scopo del progetto - spiega don Fabrizio Vantini, direttore della Caritas diocesana - non è quello di distribuire contributi o di assistere un certo numero di persone, ma di promuovere azioni a sostegno della piena inclusione sociale e della vita indipendente delle persone, evitandone l’ingresso nella spirale della povertà strutturata. Esso vuole pertanto sostenere una buona qualità della vita, promuovendo l’inclusione sociale, favorendo ripartenze indipendenti, evitando la necessità di percorsi assistenziali duraturi e che i problemi degli adulti ricadano su figli o parenti svantaggiati".

Annualmente sono più di 2000 le persone che chiedono aiuto alla Caritas diocesana nel nostro territorio, un dato che certamente sottostima le povertà presenti, ma che offre comunque uno spaccato del fenomeno. In media il 35% delle persone che si rivolgono alla rete Caritas sono di nazionalità italiana, la fascia di età più censita è quella di 40-49 anni. Infine, ogni richiesta di aiuto rappresenta una multiproblematicità, dove difficoltà economiche o gravi povertà, si sommano a problemi abitativi, sanitari, familiari, educativi, di scarsa istruzione, alimentari, dipendenze, disabilità/invalidità o detenzione/giustizia.