LUCA AMODIO
Cronaca

Alcol, ora il kit va a ruba. Controlli per la guida

Dopo la riforma del codice della strada esauriti in farmacia i test etilici. Cautele davanti al timore di perdere la patente prima dell’addio al vino.

I carabinieri che effettuano l’alcoltest

I carabinieri che effettuano l’alcoltest

È corsa all’alcoltest. Un po’ come era con il covid: quando tutti erano alla ricerca del tampone rapido che all’inizio non si trovava. E il motivo lo si intuisce facilmente: è il nuovo codice della strada. Chi alza un po’ il gomito vuole sapere se rischia prima di mettersi alla guida e quindi meglio scoprirlo da sè prima che accada davanti ad una pattuglia con l’etilometro. I limiti rimangono gli stessi, sì, ma adesso le sanzioni sono più aspre. E allora via, si va in farmacia a cercare un etilometro fai da te.

Questo dicono i farmacisti aretini che evidenziano un boom di richieste del dispositivo che misura la concentrazione di alcol nel sangue. Che non si trova. I produttori non erano abituati alle richieste delle ultime settimane, per cui la distribuzione dei dispositivi va assai a rilento. Anzi, è proprio ferma.

La conferma arriva da Federfarma. "Con la nuova legge c’è stata una corsa all’acquisto di alcoltest, sia quelli manuali che quelli automatici, da parte degli aretini". A dirlo è il presidente Roberto Giotti che poi lancia anche l’allarme: "Sono tante le farmacie private aretine che hanno cercato di reperire altri alcoltest, vista anche la domanda crescente di questi giorni, specie in virtù delle feste - continua - il problema è che manca la disponibilità di questi apparecchi da parte dei fornitori". Tradotto in termini economici: c’è la domanda ma manca l’offerta.

In vendita ci sono essenzialmente due tipi di alcoltest: quelli monouso, cioè usa e getta, che costano dai cinque ai sette euro circa; e quelli elettronici, tipo macchinette, che possono arrivare anche a 70/80 euro. Chi li cerca? Un po’ tutti, non ci sono categorie particolari: tutti i guidatori stanno un po’ in allerta onde evitare brutte sorprese quando tornano a casa dopo una bevuta extra. Certo, non si tratta di incessanti richieste quotidiane, ma come spiega Cristina Redi, segretaria di Federfarma e titolare della farmacia centrale in corso Italia, "si passa da una richiesta all’anno, più o meno, alle due o tre a settimana, prima ad acquistarli erano solo i ristoratori che magari volevano tenere l’apparecchio nel loro locale". "Oggi non si trovano, né quelli monouso né gli altri, è un po’ come accadde con le mascherine e i tamponi gli anni del covid, le aziende produttrici non si aspettavano la richiesta probabilmente". La riprova la dà anche la farmacia Romanelli, sempre in Corso Italia: "Difficoltà nel trovare ogni tipo di screen test. I momenti clou? Capodanno e Natale, in tanti venivano e tanti altri ci chiamavano".