ALBERTO PIERINI
Cronaca

Ale ha incontrato l’uomo che ha salvato Gli "applausi" del Vescovo e della Regione

Ieri sera i complimenti di Migliavacca al sedicenne. Il presidente del consiglio toscano lo ha invitato a Firenze. La gioia di Mandò

Ale ha incontrato l’uomo che ha salvato Gli "applausi" del Vescovo e della Regione

di Alberto Pierini

L’uomo del giorno ha 16 anni o se preferite 17 non ancora compiuti. Ed è un ragazzo che resta tranquillo perfino nella "bufera" forse più insidiosa: quella degli applausi. Applausi a scena aperta per chi ha salvato una vita con un defibrillatore che usava per la prima volta.

"Ma questo è anche il frutto di un lavoro partito da lontano": Massimo Mandò è l’uomo del 118 e insieme il pioniere della crescita di Arezzo sul fronte delle pratiche di primo soccorso. Grazie a lui è diventata la terra dei defibrillatori, ora sognava di piazzarne in ogni condominio. Lui è sull’orlo della pensione, sarà qualcun altro a portarne avanti il progetto. Però...

"Abbiamo mobilitato corsi con tutti i professori di attività motorie, abbiamo avvicinato i ragazzi alla possibilità concreta di aiutare chi sta male". Ventimila ragazzi, un fiume del quale fa parte anche Alessandro Dioni. E ora rischia di diventarne il simbolo.

Di sicuro sta incassando promozioni a pioggia. Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo lo ha invitato a Firenze, nella sala del consiglio regionale. Vuole complimentarsi con lui, forse premiarlo: di sicuro indicandolo come esempio per tanti suoi coetanei.

Ieri sera l’incontro con il Vescovo. Andrea Migliavacca veniva da una giornata di quelle toste, da una nomina diaconale fino all’annuncio di un nuovo Vescovo, il tutto a Camaldoli. Ma ha voluto comunque ritagliarsi un momento per incontrare Alessandro. "Per me è la conferma di una scelta pastorale: i giovani non solo devono essere al centro ma vanno seguiti, perché spesso sono proprio loro a indicare la strada". Spesso: e questa volta più che mai.

Intanto Alessandro, dopo il lungo racconto della serata davanti alla parrocchia di San Marco, conferma di aver incontrato l’uomo che ha salvato. Lunedì mattina addirittura, nel repaeto di cardiologia, quando ancora il suo intervento non era diventato famoso prima ad Arezzo e poi oltre.

Un intervento fatto senza mai aver usato il defibrillatore. "E’ normale – spiega Mandò – perché il primo contatto con lo strumento avviene in quinta, alla fine di un percorso di conoscenza delle regole base. Lui fa la terza".

La terza al liceo classico: la scuola è finita e quindi non ha avuto modo di raccogliere l’entusiasmo della scuola, se non i professori e gli amici che lo hanno contattato. Ma ci sarà occasione, perché la sua vicenda sta facendo davvero il giro della città. Il cinquantenne che crolla a terra, la corsa dei ragazzi ad aiutare i più piccoli, la sua a soccorrere chi stava morendo, quella al portale della chiesa per prendere il defibrillatore.

Era stato posizionato in evidenza proprio perché potesse essere utile in situazioni come questa, raggiungibile sia dall’interno che per le mille attività all’esterno. Ha avuto un battesimo del fuoco. Da ora in poi la bacheca sarà guardata con rispetto da tutti i parrocchiani. Anche se da sola non basta: ci vuole sempre un Alessandro in giro pronto ad intervenire.