Arezzo, 14 giugno 2015 - E' poco dopo la mezzanotte che prende corpo la vittoria a sorpresa del centro destra ad Arezzo. E i primi segnali arrivano proprio dai grandi rivali, il Partito Democratico, che alla luce dei dati che filtrano nella sede e non ancora all'ufficio elettorale del Comune, disegnano il colpo di scena. Bracciali è ufficialmente ancora avanti a Ghinelli quando arriva fumata nera di Sant'Agostino: a dieci sezioni dalla fine ci sono 400 voti di vantaggio per l'ingegnere. E c'è soprattutto, dietro il dato che ancora sembra premiare il centrosinistra, tutta la Tricca e con lei la zona Giotto a dover alzare il braccio del vincitore.
E lo fa, secondo copione. Alessandro Ghinelli, assessore di punta di tutte e due le giunte Lucherini, ripete dopo anni lo sgambetto al centrosinistra. VInce, teoricamente di un'incollatura, essendo il risultato finale 50,8 contro 49,2. Ma vince in maniera travolgente considerando di aver aggiunto oltre tremila voti a quelli che aveva riportato nel primo turno. Bruciando sul filo di lana ma chiaramente un avversario che si presentava al ballottaggio, secondo tradizione del centrosinistra aretino, da grande favorito.
Un avversario che se solo avesse ritrovato al ballottaggo quei 18.910 voti che aveva avuto due settimane fa avrebbe vinto lo stesso, rintuzzando i 18.651 voti che invece hanno consegnato la città al suo avversario. E insieme alla sua coalizione. Sia pur al centro di una città divisa: al totale di 50 e qualcosa e 50 meno qualcosa corrispondono 48 sezioni vinte da Ghinelli e 48 da Bracciali.
Che alla certezza della sezione numero 97, non prima perché lo stesso fronte vincitore è stato in realtà preso in contropiede da un risultato che auspicava ma nel quale credeva il giusto, è esploso nella gioia fatidica di questi momenti. Prima alla sede di Alessandro Ghinelli, uno dei tanti punti elettorali che erano stati aperti da settimane in città, da una parte e dall'altra. E poi nella marcia di conquista del Comune, passando attraverso via Cesalpino e atterrando in una piazza strapiena, di cori, di grida, anche di invettive e sfottò nei confronti dell'avversario.
Un avversario che prima ha ringraziato la sua squadra, quanti avevano lavorato per lui pancia in terra. Un ringraziamento non formale, l'abbraccio generazionale da trentunenne ai trentenni (e a volte anche più giovani) che ricavano da questa vicenda una sconfitta pesantissima. Pesantissima nel ribaltone che l'ha accompagnata. E pesantissima rispetto ai successi che il fronte dei giovani, in gran parte legati a Renzi, negli ultimi anni avevano costruito. Fino a diventare uno dei feudi principali di Matteo il premier.
Appena un anno fa quel fronte aveva stravinto le europee con un risultato nel capoluogo superiore al 55%, un lancio che pareva un assist a porta vuota in vista degli appuntamenti elettorali successivi: non ancora le comunali, le cui porte si sarebbero aperte solo a settembre con l'elezione di Giuseppe Fanfani al consiglio superiore della magistratura. Un anno che ha cambiato il mondo e rischia di travolgere chi aveva assaggiato la grande occasione di diventare la nuova classe dirigente della città.
Una sconfitta che diventa un po' quella di Renzi, anche se Bracciali se ne assume tutte le responsabilità: che comunque in parte ci sono, una candidatura che non è riuscita a sfondare sul piano elettorale come avrebbe pensato.
In allegato trovate il quadro dei voti sezione per sezione. Qualche curiosità? Le sei sezioni della Tricca, e quindi la zona Giotto, regalano a Ghinelli un vantaggio complessivo di 727 voti, un'enormità, superiore al vantaggio finale. Di là le sezioni che vedono Bracciali dilagare sono quelle di Pescaiola. E una sola sezione scandisce un pareggio: è quella di Agazzi, 204 sezioni a testa.
Analisi, riflessioni che condiranno la politica dei prossimi giorni. Mentre il consiglio comunale prende un volto del tutto anomalo. Eccone, salvo qualche possibile errore, la composizione data pressoché per certa alla vigilia. Con Ghinelli staccano il biglietto per Palazzo Cavallo Roberto Bardelli, Alessio Mattesini, Luca Stella, Jacopo Apa, Leonardo Benigni (Forza Italia), Francesco Macrì, Giovanna Carlettini (Fratelli d'Italia), Egiziano Andreani, Tiziana Casi, Alessandro Casi, Domenico Chizoniti, Marco Casucci (Lega Nord), Gianfrancesco Gamurrini, Angiolino Piomboni, Angelo Rossi, Giovanni Bonacci, Mery Stella Cornacchini, Cesare Bircolotti, Marcello Comanducci, Franco Scortecci (Ora Ghinelli), Matteo Bracciali, Pasquale Macrì, Alessandro Caneschi, Luciano Ralli, Elisa Bertoli, Barbara Bennati, Claudia Maurizi, Donato Caporali (Pd), Francesco Romizi (Arezzo in Comune), Giovanni Grasso (Popolari), Massimo Ricci, Paolo Lepri (Movimento 5 Stelle) e Gianni Mori (Insieme Possiamo - Cittadinanza Attiva).
Ma c'è un ma: l'interpretazione che sulla scia del Consiglio di Stato darebbe la Prefettura sul premio di maggioranza potrebbe essere diversa. Spostando la coalizione di centrodestra a 20 consiglieri più il sindaco, mentre l’opposizione si dovrebbe accontentare di 12 seggi, con il Pd a 8 consiglieri più Bracciali. E a perdere il loro seggio sarebbero sia i Popolari che la lista di sinistra guidata da Gianni Mori. Ripartizione anche all'interno: un seggio in più a Forza Italia (Federico Scapecchi) e uno in meno a OraGhinelli (Franco Scortecci). Ma siamo nel campo ancora delle ipotesi: domani la proclamazione ufficiale.
Nelle strade continuano gli echi della vittoria, mentre dal Pd rimbalza una nota stringata, che ammette gli errori e comincia a guardare avanti. E da Bracciali, via Facebook, rimbalza anche una riflessione più umana, di nuovo centro su lavoro e famiglia, affiancati alla politica che il candidato, a questo punto in ogni caso alla guida dell'opposizione, non intende rinnegare. Nella notte che ha cambiato per l'ennesima volta Arezzo (e il resto arriverà sul filo del classico "spoyl sistem" che poi investe aziende municipalizzate e incarichi di tutti i tipi).
Come al solito in buona compagnia. Ai tempi di Lucherini la sconfitta del centrosinistra era coincisa addirittura con quella di Bologna, allora consegnata a Guazzaloca. Stavolta coincide con un'altra sconfitta sonante, quella di Venezia, con Casson battuto con proporzioni molto superiori a quelle subite da Bracciali. Per il centrosinistra un mal comune assolutamente senza gaudio.
Con un altro dato sullo sfondo: è forse la prima elezione aretina decisa da meno del 50% degli elettori. Un elemento statistico ma del quale non stupirsi, arrivando in un mondo che anche in questo senso è cambiato e ha visto perfino molto peggio in diverse elezioni recenti.
LA CRONACA DEL VOTO QUI E IN CALCE ALLA PAGINA
Ore 23.08 A 96 sezioni su 97 la percentuale di affluenza è del 48,4%,più o meno sulla linea che era apparsa abbastanza chiara fin da mezzogiorno,forse un po' più su. Tra 37 mila e 38 mila gli elettori finali al voto? Lo scopriremo presto
Ore 19.15 Completo il dato di affluenza delle 19. A 97 sezioni su 97 il dato si è assestato a 35,6% contro il 41,9 del primo turno alla stessa ora. Hanno votato 27.719 elettori contro i 32.612 alle 19 del primo turno. In pratica, rimanendo sempre su un piano chiaramente virtuale, gli elettori potrebbero assestarsi alla fine su un 48,7%, qualcosa come quasi 38 mila votanti. Ce ne vorrebbero circa diciannovemila per essere eletti sindaco.
Ore 12. Primo dato per chi ha fame di ballottaggio: e il primo dato sembra essere che la fame di ballottaggio non è poi diffusissima. A 97 sezioni su 97, quindi quasi al completo delle sezioni, l'affluenza è calata dal 16,96% al 13,3%. Hanno votato 10.344 elettori su 77.794. In pratica se questo rimanesse il trend, ma non è detto perché a volte i flussi elettorali sono molto imprevedibili, ci assesteremmo alla chiusura addirittura sotto la soglia del 50%. Anzi, più esattamente poco sopra il 45%.
La diretta del ballottaggio: