Allerta tassa di soggiorno. In vista possibili aumenti. Ma i Comuni frenano:: "Niente ritocchi in agenda"

Gli amministratori contrari alla possibilità di una revisione della tariffa "Se alziamo i costi danneggiamo i commercianti e spaventiamo i turisti".

Allerta tassa di soggiorno. In vista possibili aumenti. Ma i Comuni frenano:: "Niente ritocchi in agenda"

Gli amministratori contrari alla possibilità di una revisione della tariffa "Se alziamo i costi danneggiamo i commercianti e spaventiamo i turisti".

"Aumentare la tassa di soggiorno sarebbe un boomerang". Levata di scudi degli amministratori aretini verso la possibilità contemplata dalla bozza che il Governo sta preparando in queste ore. Cortona, Castiglion Fiorentino e Anghiari dicono di no. Montevarchi e San Giovanni non hanno alcuna tassa di soggiorno: altro che aumentare, "non vogliamo gravare sul commercio". Ad Arezzo il ritocco è già avvenuto a maggio e non c’è alcun bis all’orizzonte.

Fatto sta che adesso è un’opzione che può essere valutata. Nel documento - ancora non definitivo - si prevede la possibilità di estendere l’aliquota a tutti i 7904 comuni che vorranno applicarla. Non soltanto ai capoluoghi, le unioni di comuni o quelli turistici (messi in fila in un elenco del Ministero) come fino ad oggi funzionava. E c’è di più: l’esecutivo prevederebbe anche la possibilità di rivedere gli importi riscossi, fino a un totale di 25 euro, per le notti trascorse in hotel di lusso sopra i 400 euro. Altrimenti, via libera fino a 5 euro max per pernottamenti fino ai 100 euro, o 10 per l’esborso tra i 100 e i 400. Cifre che non hanno nulla che vedere con quelle richieste ad esempio in Valdichiana, e in particolare a Cortona, seconda per presenze ad Arezzo. La città etrusca prevede uno scaglione che va da 1,50 euro per ostelli fino a 5 euro per gli hotel a quattro stelle. E poi dalla quarta notte non si paga. Una piccola somma ma che moltiplicata per l’afflusso di visitatori arriva a 400mila euro all’anno. Risorse che debbono essere reinvestite - così è previsto - in ambito turistico. A ben guardare, il documento che sta scrivendo il Governo apre anche un’altra strada: quella di investire per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. E questo è un indizio che fa capire a chi è rivolto in primis il provvedimento: le grandi città d’arte e i comuni marittimi iper-turistici che fanno fatica a gestire tutta l’immondizia nei periodi di alta stagione.

È anche per questo che qui, gli amministratori non accolgono a braccia aperte l’ipotesi romana. "Non cambieremo assolutamente - dice Francesco Attesti, assessore al turismo di Cortona - non ci sembra corretto e non vogliamo spremere i commercianti". Sintetico ma netto. Allo stesso modo è il vicino di casa Devis Milighetti, vice sindaco di Castiglion Fiorentino con delega al turismo: "Sono cifre esagerate e non congrue ai servizi erogati nel nostro territorio: sarebbe anzi utile discutere una tassa di soggiorno di tutta la Valdichiana, anche di quella senese". Sotto la torre del Cassero la tassa di soggiorno è pari a un euro: prima del 2023 non si pagava nulla.

In Valtiberina, ad Anghiari, il consiglio comunale ha votato all’unanimità l’atto di indirizzo per inserire le tasse di soggiorno. "Ma di quelle cifre non se ne parla affatto - ci dice Ilaria Lorenzini, assessore al turismo di Anghiari - parliamo di un euro circa, dieci euro significherebbe scoraggiare il turismo che è il contrario di quello che vogliamo fare". Insomma, sarebbe un harakiri per gli amministratori.

Tra l’altro in Valdarno tra Montevarchi e San Giovanni non c’è alcuna tassa di soggiorno nonostante il loro "peso" sulla bilancia del turismo aretino. Sandra Nocentini, assessore a Montevarchi, spiega che la tassa di soggiorno "non è oggi nell’agenda dell’amministrazione" mentre Fabio Franchi, suo collega a San Giovanni, rilancia: "Sosteniamo il turismo, non vogliamo mica colpire il settore alberghiero".

Luca Amodio