AREZZO
"Dovevo tornare nella mia amata, bellissima Valencia questo fine settimana, stavamo organizzando tutto perché con la mia società seguiamo il Gran Premio del Motomondiale: ma ora è una città spettrale, tutto attorno i paesini sono stati spazzati via e non credo che la gara di moto si farà. Ho sentito tutti gli amici che ho ancora lì: un vero disastro". Amedeo Carboni, aretino di nascita e valenciano di adozione, ha vissuto in riva al Turia per 20 anni. Ex terzino di Samp, Roma e Nazionale italiana, ha giocato gli ultimi anni della sua carriera con la maglia del Valencia, vincendo una Coppa Uefa e diventandone poi direttore sportivo. Un legame forte, che lo ha portato a vendere la casa valenciana ("ero proprio di fronte al vecchio fiume...") solo nel 2018, per spostarsi a Barcellona. "Ho sentito i tanti amici rimasti a Valencia - racconta - è un disastro enorme. In città non si trova più una bottiglietta d’acqua né generi di prima necessità, ma è soprattutto nei dintorni che la situazione è tragica: sono zone in cui piove cinque volte l’anno, tutte le strutture sono leggere e sono state letteralmente spazzate via". La gente "non sa dove dormire e se ha qualche posto al riparo dall’acqua si preoccupa degli anziani e dei genitori. Ho sentito tutti gli amici, sono nell’emergenza assoluta ma per fortuna senza danni fisici - chiude Carboni -. Mi hanno mandato foto impressionanti, di auto accatastate l’una sull’altra, l’aeroporto chiuso e tutto attorno allagato, il circuito Ricardo Tormo trasformato in una palude. Ho sentito anche il direttore: dovranno decidere, ma anche se l’ultima gara del Motomondiale è fissata per metà novembre, mi sembra davvero dura...".
Ga.P.