Arezzo, 1 giugno 2021 - "Sono profondamente addolorata. Amedeo era un uomo generoso, disponibile, pronto ad aiutare gli amici ma anche le persone che non conosceva, di qualsiasi ceto sociale fossero, perché aveva un grande amore per il prossimo e sentiva i bisogni degli altri come suoi problemi. Aveva avuto un'educazione da membro della famiglia reale, un'educazione diversa da quella che riceviamo tutti noi". Così la principessa palermitana Signoretta Alliata Licata di Baucina ricorda con commozione il duca Amedeo d'Aosta, scomparso ad Arezzo.
"L'ho conosciuto 43 anni fa - ricorda la Alliata - lui si era appena separato da Claudia d'Orleans e aveva iniziato la relazione con Silvia (Paternò di Spedalotto, nobildonna palermitana, ndr) una delle mie più care amiche. Lei era molto giovane e il padre, il marchese Spedalotto, era preoccupato e andò in Toscana per capire meglio questo innamoramento che poi si è rivelato un'unione meravigliosa. Silvia entrò nella famiglia Savoia con grande leggerezza, quasi in punta di piedi, e ha amato i figli di Amedeo e Claudia come fossero suoi".
Amedeo d'Aosta e Silvia Paternò di Spedalotto si sposarono nel 1987 nella cappella di Villa Spedalotto, a Bagheria (Pa), dimora settecentesca della famiglia che fu anche set, nel 1991, di alcune scene del film 'Johnny Stecchino' di Roberto Benigni.
Quello che mi ha sempre colpito e che mi mancherà molto di Amedeo - prosegue la principessa Alliata - è la sua umanità estrema: se avevi bisogno di qualcosa era il primo a mettersi in moto per aiutarti a risolvere i problemi. Ti faceva sentire al centro del mondo, una persona speciale, e ovunque ha lasciato un eccellente ricordo di sé. Inoltre - e questo era frutto della sua educazione 'regale' - era sempre molto attento a tutto quello che succedeva in Italia e le cose spiacevoli le viveva come ferite aperte. Era stato educato al rispetto totale degli altri e così ha educato i suoi tre figli, Bianca Mafalda e Aimone, nella semplicità e nell'amore per la natura e per il mare, senza mai perdere di vista uno straordinario senso della rettitudine che gli faceva distinguere nettamente il bene dal male, il bianco dal nero, a differenza di una società come quella in cui viviamo che è immersa nel grigio in cui bene e male si confondono".
Infine Signoretta Alliata si commuove pensando che Amedeo d'Aosta "aveva combattuto con straordinaria tenacia contro il cancro e per questo nessuno di noi pensava che sarebbe morto. Lui amava moltissimo la casa di Pantelleria, voleva ancora vivere e tornare nell'isola e nel suo mare che per lui era un mondo. Gli farò dire una messa a Palermo", conclude la nobildonna.