LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Anche Londra ai piedi del Polittico. Capolavoro alla National Gallery

Il gioiello della Pieve dopo New York pronto a stregare gli inglesi: i restauratori aretini alla prima del 5 marzo .

Il gioiello della Pieve dopo New York pronto a stregare gli inglesi: i restauratori aretini alla prima del 5 marzo .

Il gioiello della Pieve dopo New York pronto a stregare gli inglesi: i restauratori aretini alla prima del 5 marzo .

L’oro del Polittico ha stregato New York. E adesso sia appresta a lasciare senza fiato pure Londra, in una danza Oltreoceano. Oltre due milioni di visitatori, stimano gli organizzatori, hanno attraversato le sale del Met dove il capolavoro di Lorenzetti ha avuto un ruolo centrale nella grande mostra sulla pittura senese del Trecento. In Pieve rientrerà solo dopo il 22 giugno, quando si compirà il lungo tour (iniziato a settembre) tra America e Regno Unito, reso possibile dal placet del vescovo Migliavacca. Un viaggio che ha portato alla ribalta internazionale l’artista e pure la città dove ha realizzato la pala, restaurata dal team di restauratrici di Ricerca. Che ora sono in prima fila alla passerella londinese del capolavoro. Così come già avvenuto per il taglio del nastro al Metropolitan nella Grande Mela insieme al sindaco Ghinelli artefice del rilancio della mostra dopo lo stop imposto dal Covid, Marzia Benini e Paola Paola Baldetti (insieme a Isabella Droandi (l’anima dell’intervento, scomparsa troppo presto), hanno ricevuto l’invito alla preview alla National Gallery. Con loro ci sarà anche Gianna Rogialli, protagonista della raccolta fondi per il restauro del Lorenzetti. Per loro significa tagliare un altro traguardo, il coronamento di quel sogno che sembrava quasi impossibile ma che grazie anche al contributo di due coppie di mecenati americani, Pam e Doug Walter e Kathy e Peter Darrow, è diventato realtà nel 2020 con il ricollocamento dell’opera nella sua sede originaria.

Tra una manciata di giorni la grande mostra sarà disvelata nel "tempio" dell’arte londinese: è qui, nella City che dall’8 marzo la National Gallery aprirà le sue porte alla grande bellezza toscana. Con un’anteprima esclusiva, il 5 marzo, alla quale "abbiamo il privilegio di partecipare", spiega Benini che rievoca il collegamento con "Caroline Campbel, nel 2018 responsabile dell’arte antica per la Galleria londinese e oggi guida la Nationa Gallery a Dublino, in Irlanda. All’epoca ragionammo insieme a tutti i soggetti interessati a organizzare la grande mostra, poi sospesa per la pandemia". Per le restauratrici aretine sarà come riallacciare i fili di una lunga storia costruita attorno al capolavoro rinato e riconsegnato allo splendore delle origini, dopo una mobilitazione per le risorse necessarie che ha incrociato benefattori americani e italiani.

Ma qual è il fascino del Polittico? "È un’opera monumentale, in cui si coglie una luce quasi divina nel fondo oro utilizzato dal Lorenzetti per creare uno spazio ultraterreno ai santi raffigurati. Questa luminosità data dalle parti in oro ripulite, crea un effetto straordinario: la luce che viene fuori dalle incisioni, rifrange in tutte le direzioni e diventa come un’opera preziosissima di oreficeria. E il Polittico, al tempo di Lorenzetti, era considerato come un gioiello di oreficeria dipinto su materiale ligneo. L’obiettivo era esprimere un’opera a maggior gloria di Dio".

"Un’esplosione di luce" davanti al Polittico del Lorenzetti è il commento più ricorrente che per mesi è rimbalzato sui social americani. "Un’emozione straordinaria", sussurra Marzia Benini mentre nel laboratorio di Ricerca lavora al restauro di un altro capolavoro ispirato proprio al Polittico del Lorenzetti: è la Pala di Niccolò di Segna custodita nella cattedrale di Sansepolcro che "sicuramente Piero della Francesca ha visto in quella che all’epoca era una badia camaldolese".

Il trolley per Londra è già pronto, seguendo quel filo che lega, forse per sempre, le restauratrici all’opera rinata. È stato così nel lungo salvataggio del Polittico di Lorenzetti e oggi nei tour tra New York e Londra. Un filo che lega anche la città ai tesori d’arte che viaggiano nel mondo e ne raccontano la bellezza.