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Cronaca

Animi infuocati su via Filzi. Caneschi attacca sull’opera. Sacchetti: "C’è un piano B"

Esito positivo per tre pratiche urbanistiche proposte dall’assessore Lucherini. Area Eruospin, verrà realizzata una nuova struttura di 3500 metri quadrati.

Il cantiere di via Filzi

Il cantiere di via Filzi

di Gaia PapiAREZZOEsito positivo, ieri in consiglio comunale, per tre pratiche urbanistiche proposte dall’assessore Francesca Lucherini. La più rilevante sul tavolo - come spiega l’assessore - è stata quella che riguarda l’area adiacente all’Eurospin di viale dei carabinieri. Il progetto, avviato nel 2005 e interrotto nel 2013 dopo il fallimento della società appartenente all’ex presidente dell’Arezzo calcio Piero Mancini, aveva lasciato in piedi quattro edifici sgombri. Con il consiglio comunale di ieri è stata decretata la svolta dell’aria. "La pratica, relativa al complesso immobiliare in via dei Carabinieri, prevede il completamento di alcuni edifici, l’ampliamento di quanto già esistente e la realizzazione di una nuova struttura di 3.500 metri quadrati di superficie di cui 1.500 destinati alla vendita non alimentare" ha spiegato l’assessore.

"La società Imar, che ha rilevato gli spazi, subentrata nella proprietà del comparto e proponente il progetto, realizzerà la rotatoria all’intersezione tra il raccordo urbano e il raccordo autostradale, praticamente dov’è posizionato il semaforo attuale dopo il cavalcavia, impianto che "frena" lo scorrimento e vanifica parzialmente i vantaggi della rotatoria realizzata dal Comune posta prima del cavalcavia stesso".

La pratica ha ottenuto 19 voti favorevoli e 6 astenuti. Altro argomento caldo, anzi caldissimo, è stato via Filzi. Alessandro Caneschi è tornato sulla vicenda chiedendo, "Arrivati a questo punto e di fronte al fallimento del progetto del Comune basato su una forma contrattuale che si è rivelata non congrua, se è stata valutata la possibilità di comprare il bene immobile dove s’intendeva realizzare la nuova caserma della polizia municipale, se così non fosse a quale fine andrà incontro il fabbricato, se c’è una stima sul suo valore, se ci sono richieste di chiarimenti dalla corte dei conti, se non sia intenzione emettere un’ordinanza per la messa in sicurezza della zona".

E’ l’assessore Marco Sacchetti a spiegare il destino dell’immobile. "Tengo a precisare in premessa che noi ce l’abbiamo messa tutta prima di giungere alla risoluzione del contratto e che quest’ultima fattispecie poteva verificarsi in qualsiasi altro luogo scelto per realizzare l’opera e con qualsiasi strumento contrattuale. Dopo di che: prima di mettere la parola fine al leasing in costruendo abbiamo richiesto un parere specifico che ci sostenesse giuridicamente nella decisione. Una volta ottenuto, abbiamo potuto prendere atto che i rischi nel leasing in costruendo sono tutti a carico del concessionario e che dunque l’eventuale sillogismo tra aumento delle materie prime-rincaro dei materiali-richiesta di riadeguamento del piano economico-finanziario non implica alcun onere per il soggetto concedente" ha spiegato l’assessore.

Ma c’è un piano B. "Ci siamo già messi in moto, ovvero acquisire l’immobile da parte dell’amministrazione comunale e bandire un appalto per realizzare un progetto in quel contesto. A monte di tutto ciò serve una perizia che ne acclari il valore. Nel frattempo bisognerà dare corso a ordinanze per rimettere in sicurezza quell’area e che dunque dispongano il tombamento dello scavo, per evitare il formarsi di un acquitrino, pericoloso anche da un punto di vista igienico in vista dell’estate, e la chiusura permanente di ogni varco per evitare intrusioni".