CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Antenna per la telefonia ad Anghiari. Dal Tar sono arrivate le motivazioni: "Ritardi nel comunicarlo ai cittadini"

Il capogruppo della minoranza ricostruisce i passaggi e punta l’indice sulla poca trasparenza del comune .

Il capogruppo della minoranza ricostruisce i passaggi e punta l’indice sulla poca trasparenza del comune .

Il capogruppo della minoranza ricostruisce i passaggi e punta l’indice sulla poca trasparenza del comune .

Ritardi nei tempi e situazioni che hanno fatto il gioco di Inwit a scapito dei cittadini, per cui ora sarebbe opportuno che il Comune fornisse le necessarie spiegazioni. Questa la conclusione di Mario Checcaglini, capogruppo della minoranza di "Anghiari Unita", dopo la lettura delle motivazioni con le quali il Tar ha dato ragione al principale "tower operator" italiano sulla già avvenuta installazione del traliccio per la telefonia mobile in località "La Gattina", lungo la strada che collega il centro urbano di Anghiari con il Santuario della Madonna del Carmine. Checcaglini(nella foto) punta l’indice sul comportamento della municipalità anghiarese e ricorda le tappe della vicenda. Il 26 ottobre 2023, Inwit presenta la richiesta al Suap, con la necessaria pubblicità da dare all’istanza, ma i cittadini di Anghiari vengono a conoscenza del posizionamento di questa antenna solo a fine gennaio 2024, perché una persona si era accorta dell’inizio dei lavori mentre stava passeggiando sulla strada del Carmine. "L’istanza sarà stata pubblicata in qualche albo, come da obbligo di legge – sottolinea Checcaglini – ma in un luogo nel quale nessuno normalmente lo avrebbe notato.

Perché dunque i cittadini non sono stati convocati in riunione per essere informati di un intervento così importante, soprattutto in una zona delicata dal punto di vista ambientale? Cosa è stata: negligenza, sottovalutazione del problema o entrambe le cose? Peraltro, lo stesso Comune aveva ricevuto una comunicazione da Inwit con il programma degli interventi, che indicava proprio quella località come sito di intervento, ragion per cui il Comune sapeva tutto fin da ottobre, ma si è ben guardato dal dovere di informare la popolazione su quanto stava accadendo". E c’è il prosieguo: il 20 gennaio 2024, il Comune dice a Inwit che la documentazione è incompleta, ma a parere del Tar è stata una comunicazione inefficace: erano già trascorsi i 15 giorni dalla presentazione della richiesta e addirittura ne erano trascorsi 60, termine ultimo per la conclusione del procedimento. La cosa più rilevante è che tutti i rilievi a Inwit sono stati comunicati quando il silenzio-assenso si era già formato (ovvero, oltre 60 giorni dalla presentazione dell’istanza) e che pertanto ogni provvedimento adottato oltre tale termine sarebbe risultato inefficace. Conclusone di Checcaglini: "Non vi è stata la consapevolezza del fatto che si stesse violando un luogo caro agli anghiaresi. L’amministrazione dovrà ora assumersi la responsabilità di raccontare che cosa sia veramente successo".