Nell’anno a due velocità, anche l’Antiquaria raffredda i suoi "bollenti spiriti". Almeno nell’avvio della due-giorni unica, per la location al Prato e per l’intreccio (magico) con la Giostra di settembre. Se la crisi attraversa il mondo, con guerre e instabilità che frenano i mercati internazionali e i consumi delle famiglie, le conseguenze si fanno sentire pure nella parte alta della città, dove la "regina" degli eventi, distende il suo mantello: 236 espositori, come un anno fa. Numeri ormai consolidati che confermano l’effetto-calamita della manifestazione. Del resto, basta dribblare la folla tra i banchi per ascoltare un incrocio di dialetti: Napoli, Roma, Reggio Emilia, Modena, Firenze e Lucca le città più rappresentate. Ma al "coro" che rimbalza tra i banchi, si aggiunge quello dei turisti che hanno scelto la città per incorniciare il primo weekend di settembre.
Molti americani, francesi e inglesi, ma anche nord europei e visitatori arrivati dall’Est. Immancabili gli ospiti dall’Oriente: un piccolo esercito con gli occhi sgranati davanti agli oggetti del passato che qui raccontano una storia nuova. E che proprio loro, con i potentissimi telefonini di ultima generazione, diffondono sul web. In diretta dalla Fiera. Gettonatissime le ceramiche, la gioielleria d’epoca e gli argenti.
Partenza un pò in sordina, fanno notare alcuni antiquari, perchè "di solito, quando arriviamo il venerdì e abbiamo montato i banchi, parte subito la compravendita, ma quest’anno non c’è stato l’afflusso dei clienti che hanno già le idee chiare sull’acquisto da fare", spiega Silvia. Ma ieri il colpo d’occhio sull’anello del Prato rimandava a una vera festa di colori e storie. Come nella parte riservata agli artigiani, i "creativi" di piazza Sant’Agostino: una trentina ad esporre le loro opere uniche. Anche se, sullo spartito dell’Antiquaria, compare qualche nota stonata: il solito vintage di basso livello, c’è purechi espone sedie in plastica pieghevoli. E chi tira fuori dalla soffitta oggetti che con lo stile dell’Antiquaria c’entrano ben poco. La sorpresa, invece, arriva quando incroci alcuni banchi sui quali campeggiano cartelli con la scritta: "Sconti". Sconti alla Fiera? Pochi passi e su un espositore c’è scritto: "Tutto a 5 euro". Manca solo lo slogan, gettonatissimo del "prendi tre e paghi due". Tant’è. Segno evidente di una fase di incertezza generale che produce i suoi effetti su tutti i settori dell’economia e si allarga anche alla Fiera.
Oggi la giornata clou: in Piazza Grande le chiarine della sfida al Buratto, al Prato la vetrina più scintillante. In mezzo, lungo le vie del centro rimaste "orfane" dei banchi degli antiquari, qualche ristorante moltiplica la fila dei tavolini all’aperto, oltre i "confini". Una conquista pro tempore.