LA
Cronaca

Anziana truffata due volte. Prepara soldi e gioielli per difendere il figlio: "Sono pochi, non bastano"

La donna scivola nel trucco dell’incidente senza rendersene conto. Alla consegna la convincono a mollare seimila euro di risparmi. Un complice si spaccia per maresciallo e la blocca al telefono.

Anziana truffata due volte. Prepara soldi e gioielli per difendere il figlio: "Sono pochi, non bastano"

Un’anziana si rivolge a un carabiniere per non cadere nella rete dei truffatori

di Laura Lucente

CORTONA

Figlio nei guai, la mamma riceve una telefonata con la richiesta di soldi, cede al pressing psicologico dei truffatori e viene derubata di quasi 6 mila euro in contanti e alcuni monili in oro. È successo ancora. A finire nella rete una signora di 83 anni residente a Cortona che ancora non si capacita di quanto le è accaduto.

È una mattinata come tante altre per l’anziana. Mentre sbriga le faccende domestiche squilla il telefono di casa.

Dall’altra parte della cornetta c’è un uomo, con accento meridionale, che si qualifica come avvocato (per altro usando il nome di un professionista del territorio) e dice di essere anche un caro amico di suo figlio. Parte lo schema assodato e reiterato di truffa, affinato anche di ulteriori elementi. "Purtroppo suo figlio si è reso protagonista di un bruttissimo incidente" - recita a copione il malfattore al telefono. "Con la sua auto ha travolto un giovane che è attualmente ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale appeso tra la vita e la morte. Ora è in caserma ed è riuscito a contattarmi per aiutarlo. Ma le spese da pagare per cercare di risolvere la situazione ed evitare il carcere sono tante e lei è l’unica a poterlo aiutare". Il teatrino al telefono si fa particolarmente straziante e la signora va nel pallone.

"Ho provato più volte a chiedere di parlare con mio figlio, ma non me le permettevano" – racconta ancora sopraffatta dall’incredulità di quanto accaduto. La truffa va avanti e il sedicente avvocato passa all’azione. Chiede alla signora di racimolare quanti più contanti possibili perché i tempi si fanno strettissimi ed entro mezzogiorno deve portarli in tribunale. Possono andare bene anche monili d’oro, basta che la cifra sia sostanziosa. Sarà un suo collaboratore a passare a casa da lì a poco per prendere i contanti.

La truffa si fa più sopraffina rispetto a quelle raccontate in passato. Perché il malvivente non permette alla sua vittima di poter fare alcuna telefonata alternativa a quella con lui, evitando così che la signora possa appellarsi a qualcuno e scoprire così il raggiro. Le chiede, infatti, il numero di cellulare e la fa chiamare in contemporanea anche lì da un complice che si qualifica come maresciallo dei carabinieri.

La donna è sopraffatta e decide di cedere alle richieste. Passano un pugno di minuti e le suonano alla porta. Un giovane ragazzo le rivolge un timido buongiorno e prende la busta dove la signora aveva messo 2 mila 300 euro. Ma il sedicente avvocato non pago, continua nel suo raggiro. Le dice che la cifra non è affatto sufficiente e che il figlio andrà in carcere. Così l’anziana dà fondo ad ulteriori risparmi che custodiva in casa, organizzando una seconda busta con altri 3mila 400 euro oltre ad alcuni monili d’oro. Il ragazzo di prima torna a suonare alla sua porta. Nel frattempo, la donna resta, come da richiesta dei truffatori, attaccata alla cornetta del telefono in attesa di notizie del figlio.

Solo dopo un quarto d’ora si rende conto che la linea era interrotta. "È allora che mi sono risvegliata dal vortice in cui ero finita rendendomi conto di quanto mi fosse capitato", racconta con la voce rotta. Stavolta è lei a fare una telefonata, quella ai carabinieri della vicina stazione da cui si precipita per la denuncia. Le indagini sono tutt’ora in corso.