Arezzo, 3 febbraio 2022 - Sono 150 su 3000 gli infermieri della provincia di Arezzo che ancora non hanno effettuato la terza dose e che risulterebbero con semaforo rosso dall’incrocio dei dati tra l’albo e la piattaforma nazionale «digital green certificate». E che ora rischiano la sospensione se non si metteranno in regola.E’ noto che la legge stabilisce che la vaccinazione rappresenta un requisito essenziale per l’esercizio della professione infermieristica e inoltre dal 15 dicembre l’obbligo si adempie non solo con le due dosi ma con la somministrazione della terza. A questo punto per i 150 ritardatari partiranno entro la fine della settimana da parte dell’ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo le prime comunicazioni i lavoratori che ancora non sono in regola. Entro 5 giorni dal ricevimento della Pec/raccomandata dovranno fornire la documentazione che provi: l’attestazione del medico di medicina generale o medico vaccinatore prodotta nel rispetto delle circolari del Ministero che certifichi l’omissione e\o il differimento della vaccinazione. Si potrà inoltre presentare la richiesta di vaccinazione da eseguirsi entro un termine non superiore a 20 giorni dal ricevimento dell’invito. Infine per evitare la sospensione si dovrà documentare l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale. Infatti, superati i cinque giorni, gli infermieri potranno essere sospesi dall’ordine. Il che significa che non potranno lavorare. Settanta su 3000 sono invece gli infermieri che potranno essere sospesi se entro breve non comunicheranno al proprio ordine il domicilio digitale ovvero la Pec. Il professionista che non comunicherà il proprio «indirizzo« sarà obbligatoriamente soggetto a mettersi in regola entro trenta giorni. In caso di mancato rispetto del richiamo scatterà la sospensione dal relativo albo o elenco fino alla comunicazione della creazione della Pec. C’è un altro capitolo che riguarda gli infermieri che in questi due anni sono stati in prima linea sostenendo sacrifici senza precedenti. Poche settimane fa la Asl Toscana Sud Est aveva annunciato l’imminente assunzione di 150 infermieri. Annuncio accolto positivamente dagli ordini e dai sindacati, ma ma ad oggi solamente 50 sono entrati in servizio. E’ necessario ricordare che stiamo parlando di area vasta e che quindi, nell’Aretino le assunzioni potrebbero essere state meno della metà. Le altre 100 rimangono in sospeso mettendo in crisi tutto il sistema in quanto le 150 assunzioni rappresenterebbero comunque un numero in grado di compensare il turnover solamente per metà. In sostanza, i pensionamenti imminenti sono molti di più delle nuove assunzioni previste. Proprio le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil denunciavano alcuni giorni fa il mancato adempimento da parte della Asl alla delibera del 12 gennaio con la quale si prevedeva l’assunzione dei 150 per poi procedere con gli altri professionisti carenti. «Si sta lentamente smantellando la sanità pubblica, nonostante sia stata la sola a reggere l’impatto di una tremenda pandemia: abbiamo già dimenticato?«, si legge nella nota la funzione pubblica Cgil.
CronacaAppesi al filo 150 infermieri: senza terza dose, rischiano la sospensione