Contro la cessione ai privati di parte dell’area verde pubblica tra via Fratelli Cervi e viale Cadorna ora scatta una raccolta di firme. A lanciarla il Comitato dei residenti del quartiere alla periferia Nord di Montevarchi che si è costituito all’indomani della scelta dell’amministrazione comunale di affidare a una società di Arezzo una porzione del parco, 1200 metri quadri sui 7500 complessivi, sulla quale realizzare una struttura ludico – ricreativa per i bambini e un punto vendita di cibo e bevande. I cittadini sono pronti alla mobilitazione, decisi a difendere quello spicchio superstite di natura situato a due passi dalla Regionale 69 e definito dai promotori della petizione "l’ultima area verde a uso gratuito di tutta la città". Un riferimento considerato imprescindibile per gli abitanti e non solo visto che, spiegano, consente di svolgere "attività fisica, giocare in modo amatoriale, passeggiare e socializzare liberamente. Si tratta di un luogo strategico e di grande valore – proseguono - soprattutto per gli adolescenti e gli anziani: un’area libera, molto tranquilla e capace di creare tante occasioni di aggregazione.
Chi non coglie questi aspetti e anzi pensa addirittura di regalare a un privato un luogo come questo di certo non sembra voler fare gli interessi della comunità". In base alla concessione i gestori della superficie saranno esonerati dal pagamento di oneri, tranne la tassa di occupazione di suolo pubblico e la Tari, perché il nuovo angolo giochi dovrà essere messo a disposizione di Palazzo Varchi qualora si verifichino delle emergenze. La zona infatti è destinata dal Piano di Protezione Civile a diventare centro di raccolta e organizzazione dei soccorsi. Ma secondo il Comitato l’intero parco di via Fratelli Cervi è adibito a questo scopo in caso di calamità e perciò "limitarne o addirittura impedirne l’uso sarebbe una scelta irresponsabile".
Critico il giudizio nei confronti degli amministratori accusati, per la gestione complessiva degli spazi verdi montevarchini, di "indifferenza continua verso la tutela e la valorizzazione". I residenti che bocciano il progetto ribadiscono infine la ferma volontà di "continuare a veder salvaguardato l’accesso libero all’area, il suo uso comune e aperto a tutti, senza dover pagare biglietti o vedere una qualche fantomatica struttura al posto del verde che c’è adesso".
E concludono: "Un’amministrazione che non ha questa visione e che non procede in tale senso, di sicuro, non ci rappresenta". Da qui la decisione di mettere nero su bianco la loro contrarietà e di far sentire la propria voce chiedendo ai concittadini di mobilitarsi per impedire un’iniziativa ritenuta "profondamente sbagliata, da un punto di vista filosofico e anche sostanziale".